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Certo che Andrea Vitali è uno strano autore, un regolarista nello scrivere romanzi esclusivamente d’evasione che ogni tanto presenta qualche picco qualitativo, compensato però dai non rari, ma nemmeno frequenti, picchi negativi. Uno di questi casi in cui lo scrittore è andato sotto la media è rappresentato proprio da questo intitolato La modista, che modista non è, perchè la piacente signora Anna Montani ha un negozio di stoffe a Bellano. Diventa difficile parlare della storia anche per sommi capi, tanto è intricata e complessa con guardie che si ubriacano, ladri che non rubano, siparietti a sfondo sessuale, in un groviglio in cui è difficile districarsi, tanto che non c’è riuscito nemmeno Vitali con un finale che, anziché chiudere una storia, la prolunga all’infinito. Se, nonostante tutto, ho sopportato questa situazione fino alla fine, proprio quella “non soluzione” più che lasciarmi l’amaro in bocca mi ha fatto imbestialire e guardate che per farmi imbufalire ce ne vuole, deve essere uno stillicidio continuo. Che volete che vi dica, deluso dalle pagine precedenti ho sperato inutilmente in un tardivo riscatto, ma questo non solo non è arrivato, ma ha dimostrato che in questo lavoro Vitali non deve avere avuto le idee tanto chiare; magari si è divertito a complicare una vicenda che è il risultato di più trame che ora procedono parallele, ora si sfiorano, senza tuttavia mai congiungersi, ma poi, nella foga dello scrivere, ha perso il filo e non si è più raccapezzato, al punto che deve aver detto fra sé che era ora di smettere, di dare un taglio e taglio è stato, talmente riuscito bene da irritarmi. Di conseguenza, non mi sento proprio di consigliarne la lettura.
Ancora Bellano, fine anni Quaranta. E tutta una serie di nuovi personaggi ad accompagnarci in una delle tante storie che solo nonno Vitali è in grado di raccontare! La Modista è Anna Montani, che a Bellano vive ed ha un negozio di stoffe. La Montani è una donna bella ed avvenente e proprio queste sue caratteristiche causeranno non pochi problemi a più di un uomo del paese. Primo fra tutti il sicilianissimo maresciallo Carmine Accadi, che per la modista perderà la testa, trascurando il lavoro e rischiando, più di una volta, il famigerato trasferimento in Sardegna! Poi c'è Eugenio Pochezza, orfano di padre e punto focale della vita di mammina, Eutrice Denti. Eugenio è un ricco nullafacente che, per ammazzare il tempo, cura la cronaca locale per il quotidiano La Provincia. E anche lui cadrà nella rete sensuale della Modista! Come sempre nei romanzi di Andrea Vitali, un corollario di personaggi e fatti accompagna la narrazione. E, come sempre, non mancheranno intrighi, piccoli misteri e il colpo di scena finale, che farà esclamare al lettore: "Ma pensa un po'!" Vitali ha l'innata capacità di legare il lettore alla storia dalla prima all'ultima pagina, al punto che risulta quasi impossibile riuscire a staccarsi dal libro finché non lo si è portato a termine, finché non si sono dipanati tutti i risvolti della storia. È una capacità che, purtroppo, si riscontra in pochi scrittori quella di tenere vivo l'interesse del lettore dall'inizio alla fine. Anche i romanzi migliori, spesso, hanno qualche calo narrativo. Con Vitali, invece, è un rischio che non si corre ed è, questa, una di quelle qualità che fanno maggiormente apprezzare i suoi lavori. Nonostante sforni romanzi a ripetizione (8 negli ultimi 15 mesi. 9 se consideriamo Quattro sberle benedette che sarà disponibile da lunedì prossimo), Vitali riesce sempre a coinvolgere il lettore, a renderlo parte della storia che sta leggendo; un po' come se fosse seduto anche lui su una delle panchine che costeggiano il lungolago!
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