Compositore. Allievo di G. Legrenzi, fu dal 1689 cantore in San Marco, dove divenne primo organista nel 1704. Dal 1717 al '19 dimorò a Dresda; qui, a capo di una compagnia d'opera italiana, fece rappresentare alcuni lavori teatrali commissionatigli dal principe elettore Federico Augusto. Dopo il 1719, rientrato a Venezia, non scrisse più per il teatro e si dedicò alla musica sacra. Negli ultimi anni di vita svolse le attività di maestro della cappella di S. Marco e di insegnante al conservatorio degli Incurabili; fra i suoi allievi, B. Marcello e B. Galuppi. L. fu un musicista di vasta dottrina e di austere concezioni artistiche. In campo melodrammatico accettò innovazioni di A. Scarlatti (come la sinfonia d'apertura in tre sezioni e l'aria col da capo), ma si tenne lontano dallo stile semplificato dell'opera napoletana postscarlattiana, attenendosi invece alla classica scrittura contrappuntistica. L'elevatezza della sua ispirazione si manifesta soprattutto nella musica sacra: si ricordano gli oratori (Il voto crudele , L'umiltà coronata in Esther, Il ritorno di Tobia, Gioas re di Giuda, La Giuditta), le messe (una ventina) a tre o quattro voci, i molti mottetti, salmi e antifone, il grandioso Miserere a quattro voci, il Dies irae, il Crocifixus a dieci voci. Delle numerose opere teatrali da lui composte tra il 1692 e il 1719 si conservano solo undici partiture. Pubblicò anche una raccolta di Duetti, terzetti, madrigali (1705), comprendente il celebre madrigale a cinque voci In una siepe ombrosa.