Filippo Domenicali, dottore di ricerca in filosofia, è attualmente assegnista e docente a contratto di filosofia teoretica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Ferrara. I suoi più recenti interessi di ricerca sono orientati in senso etico-politico (la problematizzazione delle relazioni di potere e delle pratiche di libertà in Foucault, Deleuze, Rosanvallon e Gabriel Tarde) e metafilosofico (il concetto di filosofia in M. Gueroult e É. Souriau). Per Orthotes ha curato i saggi di G. Tarde, I possibili e L'azione dei fatti futuri (2013). La governamentalità per Foucault Il definitivo abbandono del modello polemologico viene esplicitato da Foucault durante la fondamentale lezione al Collège de France del 1° febbraio 1978 (corso Sicurezza, territorio, popolazione). Come si è anticipato anche nei capitoli precedenti, si tratta di una lezione di cui non si potrà mai ribadire troppo l'importanza ai fini di una corretta ricostruzione dell'analitica di Foucault, e che segna un vero e proprio spartiacque nella sua problematizzazione del «potere». A partire da questo momento egli espone dunque ai suoi uditori, per la prima volta, un differente modello analitico che definisce attraverso il concetto di «governamentalità» (gouvernementalité). Ma che cosa intende indicare precisamente Foucault con questo termine-chiave? Egli sottolinea in particolare alcuni punti (soprattutto tre): Con la parola “governamentalità” intendo tre cose. 1 l’insieme di istituzioni, procedure, analisi e riflessioni, calcoli e tattiche che permettono di esercitare questa forma specifica e assai complessa di potere, che ha nella popolazione il bersaglio principale, nell’economia politica la forma privilegiata di sapere e nei dispositivi di sicurezza lo strumento tecnico essenziale. 2 Secondo, per “governamentalità” intendo la tendenza, la linea di forza che, in tutto l’Occidente e da lungo tempo, continua ad affermare la preminenza di questo tipo di potere che chiamiamo “governo” su tutti gli altri – sovranità, disciplina –, col conseguente sviluppo, da un lato, di una serie di apparati specifici di governo, e, dall’altro di una serie di saperi. 3 Infine, per “governamentalità” bisognerebbe intendere il processo, mediante il quale lo stato di giustizia del Medioevo, divenuto stato amministrativo nel corso del XV e XVI secolo, si è trovato gradualmente “governamentalizzato”.