Compositore. Studiò con Ghedini a Milano e nel 1951 con Dallapiccola negli Stati Uniti. Tra i primi a dedicarsi in Italia alla musica elettronica, fondò con Bruno Maderna nel 1954 a Milano lo Studio di fonologia musicale della rai. Ha insegnato in varie università americane (fra l'altro, alla Juilliard School di New York, 1965-71), a Darmstadt (1963), a Colonia e all'ircam di Parigi. Sin dagli anni '50 si accostò alle sperimentazioni dell'avanguardia con un atteggiamento avventuroso, ma guidato da una concretezza empirica che lo ha portato a subordinare gli orizzonti strutturali alle qualità plastiche della materia sonora, come per esempio già appare in Nones per orchestra, su una serie di 13 suoni (1954), nei lavori elettronici imperniati sul rapporto suono/parola (Thema. Omaggio a Joyce, 1958; Visage, 1961), nelle ricerche sulle combinazioni ritmico-agogiche complesse di Tempi concertati per 4 solisti e 4 orchestre (1959) o di Sincronie per quartetto (1964), e soprattutto in quelle esplorazioni della vocalità femminile nella sua dimensione fonetica, semantica e psicologica (Epifanie, 1959-61, e Circles, 1960, propiziati dalla collaborazione di Cathy Berberian) che dovevano condurlo ben presto a forme di drammaturgia musicale (Allez-hop!, 1959; Passaggio, 1962; Laborintus II, 1965). L'attenzione a una materia sonora indagata nella sua natura di suono, timbro e movimento, ma anche nella sua stratificata essenza linguistica (cioè nella suggestione di significati che ne affiora) è alla base della serie di Sequenze, ciascuna per un diverso solista, che B. venne componendo a partire dal 1958 (per flauto) sino ad arrivare, con le più recenti, al n. xi (chitarra, 1988), xii (fagotto, 1995), xiii (fisarmonica, 1996); vere tranches de musique colte nel loro divenire, nella temporalità immediata del loro «farsi» attraverso l'azione del solista, che è insieme interpretazione e rappresentazione (specie la iii per voce, 1965-66; la vi per viola, 1967; le clownesche v e vii, rispettivamente per trombone e oboe, 1966-69; la ix per clarinetto o sax contralto, 1980-81). Parte di questi materiali sono stati rielaborati nella serie di Chemins i-vi (per strumento solo e orchestra, 1964-95) con procedimenti quasi «anamorfici» di trasformazione che fanno assumere alle immagini sonore contorni e sembianze diverse col mutare della prospettiva, e che informano anche lavori strumentali come Linea per 2 pianoforti, vibrafono e marimba (1973), «Point on the curve to find...» per pianoforte e orchestra da camera (1974), sino a Notturno (Quartetto III, 1993, rielab. per orchestra, 1995). Una componente importante dell'immaginazione musicale di B. è la disponibilità verso materiali disparati, dai Beatles ai canti popolari (Folk songs per mezzosoprano e strumenti, 1964), ai gridi dei venditori ambulanti (Cries of London per 6 voci, 1974), alle tecniche arcaiche e ai materiali classici, non già in nome di una poetica della «citazione», ma nel segno di quella commistione di linguaggi, di quella simultaneità del non contemporaneo che dà forma alla cultura moderna e che trova espressione in Sinfonia (1968), grande pagina sinfonico-corale e magistrale viaggio nel labirinto della memoria musicale collettiva. La musica vocale ha assunto via via un'importanza crescente nella produzione di B. degli anni '70 e '80, da O King per mezzosoprano e 5 strumenti (1967, poi incorporato in Sinfonia), Recital for Cathy (uno psicodramma per mezzosoprano e 17 strumenti), A-Ronne (da E. Sanguineti) e Coro per voci e strumenti (1975-76), sino ai recenti Ofanim per solo, coro, strumenti ed elaborazioni elettroniche (1988-92), Shofar per coro e orchestra (1995). Ma sarà soprattutto il teatro musicale, inteso come una metafora del gran teatro della vita, in forme che al tempo stesso presuppongono e negano la tradizione operistica, a costituire lo sbocco naturale delle intuizioni di B., del fascino che su di lui esercitano i processi stratificati della significazione musicale, il ciclo infinito dell'interpretazione dei segni, la viscosità umana che penetra nel tessuto della materia sonora: Opera, forse il suo capolavoro, dal titolo ambiguamente allusivo, anche da intendersi come plurale di opus (1970); La vera storia (1978, su testo di I. Calvino); Un re in ascolto (1983, da Shakespeare); Outis (1996).