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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2012
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Nè cinema né letteratura avevano mai rappresentato il mondo della Frontiera con la cruda efficacia di Cormac McCarthy.
«Il cuore americano ha premiato McCarthy per aver riportato la narrazione nelle verdi praterie» – Fernanda Pivano
1850. Al confine tra Stati Uniti e Messico una banda di cacciatori di scalpi lascia dietro di sé una scia di sangue, sullo sfondo di una natura grandiosa e impassibile. Li comanda il corpulento giudice Holden, «enorme, bianco e glabro come un infante smisurato»: un predicatore e filosofo dei deserti che trascina con sé una corte di spostati, mezzosangue e reietti armati fino ai denti, in una spirale di ferocia e morte. Con loro c'è anche un ragazzo quattordicenne: sarà quella la sua iniziazione alle spietate leggi del West, tra agguati, lunghe marce, bivacchi desolati, notti di bagordi. È il mistero del Male e della violenza la grande ossessione di McCarthy, che fa lievitare le sue storie d'orrore ad altezze epiche, sulle orme di Faulkner, cui la critica lo ha spesso avvicinato.
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Parto subito dicendo che ho preferito molto di più Non è un paese per vecchi. L'aspettativa era alta, ma non si è rivelata tale Merita di essere letto, le scene di violenza sono tante e sono presenti in tutto il libro E' per i appassionati del genere
Non è un libro di facile lettura, essenzialmente per la violenza che viene raccontata tra le sue pagine, eppure ho trovato tanta poesia nelle descrizioni dei luoghi e del viaggio compiuto da questi poveri diavoli in terra, cacciatori di taglie che hanno lasciato il cuore chissà dove.
La guerra e la natura umana, il libero arbitrio e la violenza, l’inclinazione umana all’autodistruzione e alla degenerazione, ci sono tutti i temi cari alla letteratura di McCarthy in questo libro (da alcuni critici definito il vero capolavoro dello scrittore americano). Attraverso una prosa lirica, potente, dialoghi secchi, essenziali, personaggi assurdamente spietati, cinici, si compie un’opera magistrale di demitizzazione e deromanticizzazione dell’epopea del Far West. A proposito di personaggi, già è stato detto tanto sul giudice Holden, figura simbolo, capace di racchiudere in sé l’essenza dell’opera di McCarthy, uno di quegli antieroi che, al pari di Anton Chigurh in “Non è un paese per vecchi”, fanno bene alla letteratura e sono destinati a rimanere a lungo nell’immaginario del lettore, e a lasciargli, in questo caso, un che di disturbante e desolante. “Et In Arcadia Ego”, come desolante promemoria, del resto recita l’iscrizione incisa con un file d'argento sul fucile del giudice.
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