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Anno edizione: 2018
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Dolore, introspezione e terremoto anche nell'anima, ritornare a L'Aquila non sará piú la stessa cosa. Provate!
Questo libro, delicato ma diretto nel raccontare un dolore così grande come quello di una sorella perduta sotto le macerie lasciate dal terremoto, segna tutta la crescita dell’autrice, Donatella Di Pietrantonio, che avevo già apprezzato con “mia madre è un fiume”. Adoro il suo stile, conciso ed efficace, e le riflessioni che tira fuori ai suoi personaggi. Il tema del terremoto (e della distruzione che semina) è spinoso, infatti poco trattato, e l’autrice è riuscita a non pungersi. Non scade nel banale e il dramma vissuto dalla protagonista è analizzato e sviscerato in modo toccante. La scrittrice è abruzzese e probabilmente ha sperimentato in prima persona le sofferenze derivanti da quel tragico 6 aprile del 2009. È un libro che consiglio, specialmente a chi ha bisogno di ricordarsi, di tanto in tanto, che bisogna far sempre spazio alla speranza di un domani più sereno, nonostante tutto.
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