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Anno edizione: 2016
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C'è un paese immaginario - non diverso da un paese reale - con le stradine, la piazza, la chiesa, il bar. Ci sono la Toscana, i toscani e i toscanismi. C'è il desiderio acceso degli uomini per le donne e delle donne per gli uomini. Ci sono i funerali, ai quali si va per confermare i propri ricordi e maledire gioventù e sfrontatezza. C'è la terra bagnata dalla pioggia e c'è il bosco. E nel bosco ci sono cinghiali che hanno l'odore selvatico della notte e lasciano orme nella neve, visitando i cascinali come fantasmi annoiati. Guardano gli uomini e li giudicano senza indulgenza, che - del resto - non meriterebbero. Quello di Meacci è un romanzo godibilissimo, lavorato quanto improbabile; ricco di trovate, di una lingua meravigliosa (quella degli uomini) ed una inventata, grufolata, quasi da pellerossa (quella dei cinghiali). Metterci il naso (anzi, il muso) è una buona idea.
Non lasciatevi intimorire, la lettura di questo libro ripaga ampiamente lo sforzo! All'inizio la scrittura ricca, arzigogolata e arabescata di Meacci non mette del tutto a proprio agio il lettore, a meno che non ci si sia già fatti le ossa con Celine, Gadda, Joyce Miller, Durrell, Arbasino, Manganelli, Amis, Wallace, Pynchon e compagnia bella, insomma la 'crème' dei clowns-funamboli della parola nella letteratura del secolo XX e XXI. Tra i quali Giordano Meacci può entrare con grande merito e con la fronte cinta d'alloro. Quindi il consiglio è di procedere con pazienza e determinazione fino a pagina 440 per rendersi conto d'aver letto uno dei romanzi più divertenti, intelligenti e originali degli ultimi anni. Inoltre si impara il cinghialese che può sempre tornare utile nella vita.
La scrittura ricca, arzigogolata e arabescata di Meacci non mette del tutto a proprio agio il lettore, a meno che non ci si sia già fatti le ossa con Celine, Gadda, Joyce Miller, Durrell, Arbasino, Manganelli, Amis, Wallace, Pynchon e compagnia bella, insomma la 'crème' dei clowns-funamboli della parola nella letteratura del secolo XX e XXI. Tra i quali Giordano Meacci può entrare con grande merito e con la fronte cinta d'alloro. Quindi il consiglio è di procedere con pazienza e determinazione fino a pagina 440 per rendersi conto d'aver letto uno dei romanzi più divertenti, intelligenti e originali degli ultimi anni.
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