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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2012
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Continuo a pensare che un diario intimo, perfino qualora abbia velleità di pubblicazione già in vita, non debba essere suscettibile di critiche e giudizi estetici/artistici. Come per Pavese, che pure aveva dato ai suoi diari un'impronta più analitica e, in un certo senso, più filosofica, anche per Cheever le pagine rivelano un'esistenza inquieta, cui pure si unisce un evidente spirito vitale, per quanto malinconico. Per mezzo di una scrittura tipicamente americana, quindi limpida e trasparente, Cheever confessa le proprie contraddizioni e i propri tormenti, dall'omosessualità - dapprima vissuta come repressione, poi come scoperta - all'alcolismo, sullo sfondo di un'America e di un mondo che cambiano e che sono raccontati con tenerezza e ironia. Soprattutto queste parole lunghe quarant'anni sembrano sempre preferire l'uomo allo scrittore, e pochi infatti sono i riferimenti ai propri successi letterari, mentre invece costanti sono i riferimenti all'ossessione dei piaceri del corpo, all'amore famigliare e coniugale, al fascino insuperabile del quotidiano. Ed ecco che la poesia non è poi così evidente, si nasconde tra le righe di frequenti episodi ripetitivi e insignificanti, come possono essere le cene con amici e vicini, le passeggiate solitarie, lo spogliarsi degli alberi. Durante il corso della lettura, allora, la più grande rivelazione che si possa avere è che anche i Grandi, per quanto grandi, sono immischiati negli alti e bassi della vita di tutti i giorni, e sono proprio come noi, amano, piangono, mangiano, giocano, soffrono e vengono sconfitti.
Sinceramente non ho mai letto romanzi di John Cheever, ma questo romanzo autobiografico mi è davvero piaciuto. La grande sensibilità e il mondo interiore dell'autore sono concentrate in queste pagine. Cheever è un uomo pieno di contraddizioni e nel dialogo serrato con se stesso sono messe in evidenza le sue struggenti considerazioni sull'amore, sulla tanto amata moglie,sui figli,sulle amanti/i e sui suoi desideri. Sono 503 pagine scritte sotto forma di diario, annotazioni, pensieri che pur non avendo una trama, ci portano a riflettere e sinceramente dopo la lettura di queste pagine,man mano che mi avvicinavo verso la fine del romanzo,sentivo una sorta di malinconia e voglia che non finisse. Cosa molto particolare per un DIARIO.
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