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Anno edizione: 1997
Anno edizione: 2015
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Io grido a te pietà, pietà, amore - sí, amore! Amore misericordioso, non supplizio di Tantalo, ma univoco pensiero, ed immutabile e innocente, a viso aperto e chiaro e senza macchia! Lascia ch'io t'abbia tutta, tutta mia! Quella forma leggiadra, quella dolce droga d'amore minima, il tuo bacio - mani ed occhi divini, il caldo e bianco lucente seno dalle mille gioie; te stessa, la tua anima, ti supplico per pietà, dammi tutto, non escluso un atomo di un atomo, o morrò...
Un giovane semplice, assai metodico, senza conoscenza del greco: ecco John Keats quando verso il quindicesimo anno piglia gusto alla letteratura traducendo in prosa tutta l’Eneide. “E se il sangue gli fu presto disintegrato da un male che scendeva nella famiglia – ricorda un illustre critico – la salute dell’ingegno, un’intima chiaroveggenza gli rimasero sempre, onde la sua carriera verso la perfezione poté essere tanto precoce”. Questa raccolta delle sue più significative composizioni consente di intravedere il significato attribuito alla bellezza come rivelatrice di verità. Tra queste poesie spiccano le Odi: forse non mai come in Sopra un’urna greca Keats ha saputo cogliere la sospensione infinita del mistero intorno alla grazia di un’opera umana. Edizione con testo a fronte.
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Tutte belle da leggere e da ascoltare. Ce n'è però una che supera di gran lunga tutte le altre e che dà senso a tutte le altre e alla vita e al pensiero poetico di KEATS: ODE SU UN URNA GRECA. Non è solo una poesia ma ciò che la poesia è: ciò che leggiamo o che vediamo nelle opere della pittura della scultura e della poesia è l'essenza stessa della bellezza e della verità, la loro consunstaziale esistenza per l'eternità, l'attimo in cui viene pronunciata la parola, scolpita o dipinta l'immagine che sono per l'eternità. L'attimo invisibile che solo la poesia e l'arte figurativa colgono per loro stessa potenza. Nulla sarà come prima di quell'attimo e nulla sarà come dopo quell'attimo. L'indice di Adamo che tocca quello di Dio, che ci fa a sua immagine, cioè l'immagine che Dio fissa di sé in noi, e che la poesia ci restituisce strappandola alla morte. Eccellente...
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