L'archeologo

Romanzo giocato su più piani temporali (non sempre facili da intersecare), narrato da più voci, ciascuna portatrice di un punto di vista parziale e non sempre veritiero e onesto, e con tecniche diverse (epistolare, diaristica): ha una partenza lenta e difficile, ma vale la pena seguire l'autore nei numerosi spostamenti e digressioni perché il lettore sarà in grado di mettere insieme i pezzi solo al momento dell'inaspettata sorpresa finale, che porta a una conclusione agghiacciante e ferocemente ironica al tempo stesso.

Io invece l'ho trovato affascinante. Sicuramente non è uno di quei libri di avventura scritti in modo semplice ed essenziale. La scrittura è densa e non a tutti piace. A me sì.

Dire che mi sono annoiata è dire poco....E si che l'idea poteva essere brillante se condotta diversamente! Un libro che non decolla mai e ti lascia in una situazione di stallo insostenibile! L'ho finito grazie alla mia stoicita' ma sicuramente non ve lo consiglio. La storia, che si snoda sotto forma di diario,non mi ha mai appassionato,ma questa,cosi' pesantemente scritta ti fa affondare in una palude di noia! Per quanto riguarda il finale,non ci ho capito nulla(forse sono scema?). La descrizione del ritrovamento della tomba è assolutamente noiosa e scontata tanto che ho "dovuto" saltare molte parti per poter arrivare sana e salva alla meta! Una curiosita': avete notato che l'anagramma di Ralph Trilipush non è altro che Arthur Phillips? Non compratelo ...è un consiglio da amica!