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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2014
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L’affare Dreyfuss è stato indubbiamente il caso più noto di condanna di un innocente in forza di pregiudizi razziali prima, e di delirio di onnipotenza dopo, quando ci si accorse che il condannato non era colpevole. Alfred Dreyfuss, ufficiale di artiglieria alsaziano ed ebreo, fu imputato di tradimento unicamente sulla base di un documento rinvenuto nell’immondizia dell’ambasciata tedesca a Parigi, documento scritto a mano con una calligrafia simile alla sua. E poiché la prova non era sufficiente per una condanna, si provvide a costruirne altre, peraltro in modo dilettantesco. Condannato alla deportazione perpetua nella tremenda isola del Diavolo nei pressi della Guyana francese, la sua sorte sarebbe stata segnata se uno dei militari che avevano preso parte al suo arresto, l’allora maggiore Georges Picquart, divenuto capo del Controspionaggio non avesse per caso notato alcune incongruenze nelle prove d’accusa. Dato che la storia è lunga, non sto a scriverla tutta, anche perché è nota, sto solo a evidenziare come un fatto del genere sia potuto avvenire anche per un rigurgito nazionale di antisemitismo; basti solo sapere che occorse parecchio tempo per porre rimedio all’ingiustizia, che lo stesso Piquart fu incriminato per aver cercato di portare alla luce la verità, che ci furono diversi processi prima che Dreyfuss fosse riabilitato e reintegrato nell’esercito con il grado di maggiore. Andò ancora meglio al tenente colonnello Picquart, prima espulso dall’esercito, poi riammesso con il grado di generale di brigata e che riuscì anche a diventare Ministro della Guerra. Da questa vicenda ampiamente conosciuta Robert Harris ha tratto un romanzo storico, il più possibile aderente allo svolgimento dei fatti, che vengono narrati proprio da Georges Picquart. Il libro, molto bello, si legge con vero piacere.
Avevo sempre sentito parlare del caso Dreyfus ma non mi ero mai interessata all’argomento, ma con questo romanzo ho capito cosa era accaduto. Mi è piaciuto soprattutto perché mi ha fatto conoscere una storia della quale avevo sempre sentito parlare, ma che non avevo mai avuto la voglia di approfondire.
Uno straordinario romanzo storico basato sulla storia vera dell’ufficiale dell'esercito francese Georges Picquart e sulla sua determinazione a scoprire la verità sull'arresto e la condanna del capitano Alfred Dreyfus in quello che è considerato uno delle più grandi sconfitte giudiziarie della storia. Sull’onda dell'antisemitismo che infervorava all'interno dell’esercito e del popolo francese negli anni '90 dell'Ottocento, il capitano Dreyfus fu un facile bersaglio di accusa di tradimento nel momento in cui l'intelligence segreta francese scoprì da alcune lettere intercettate la presenza di una spia nell’esercito francese. Anche il maggiore Picquart non è immune da sentimenti di ostilità e pregiudizi nei confronti di Dreyfus al momento della sua condanna, ma quando ottiene la carica di comandante della Sezione Statistica, il ramo segreto dell'intelligence dell'esercito francese, e inizia a indagare sulla presenza di un’altra spia all’interno dell’esercito francese, scoprirà una serie di errori e successivi insabbiamenti alle indagini che hanno condotto alla condanna di Dreyfus; Picquart sarà costretto a scegliere tra la sua reputazione e la sua carriera all’interno dell’esercito francese, al quale ha dedicato la sua vita, o il perseguimento della giustizia. Nella sua indagine, Picquart capirà presto che non avrà il supporto dell'esercito e del ministero per il quale lavora, anzi, tenteranno di insabbiare le sue indagini finché anche lui cadrà in sospetto poiché la sua lealtà all'esercito francese sarà messa alla prova. Un romanzo scorrevole, ma molto interessante, che pone uno spunto di riflessione su quanto sia spaventoso pensare a come ufficiali francesi di alto grado abbiano perseguitato un uomo per proteggere la propria reputazione, e come l’antisemitismo raffigurato durante questo periodo sembri gettare le basi dei successivi tempi ben più bui.
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