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La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati
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La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati - Lirio Abbate - copertina
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lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati

Descrizione


Chi erano i derubati e come è riuscito Carminati a impossessarsi di documenti scottanti per ricattare magistrati?
1999: la rapina del secolo. Un commando di criminali svuota il caveau della banca del Tribunale di Roma. Alla guida della banda c'è Massimo Carminati, er Cecato.
2017: viene svelato il filo nero che lega alcuni degli intestatari delle 147 cassette di sicurezza ai più grandi misteri d'Italia.
E che conduce fino a mafia Capitale.


Luglio 1999: Massimo Carminati svuota il caveau della banca all’interno della città giudiziaria di Roma. Un’azione spettacolare: un commando riesce a saccheggiare in tutta calma alcune delle cassette di sicurezza della banca più sorvegliata d’Italia, senza sparare, senza forzare neppure un lucchetto, senza far scattare il doppio sistema d’allarme. Un colpo da 18 miliardi, ma Carminati, allora sotto processo per l’omicidio Pecorelli, non cerca i soldi. Ha in mano una lista di 147 cassette di sicurezza di magistrati, avvocati, funzionari alcuni connessi con i più grandi misteri d’Italia: dalla strage di Bologna alla P2, dal delitto Pasolini all’omicidio Pecorelli, dalla Banda della Magliana a Cosa nostra. Diciotto anni dopo, Lirio Abbate ha trovato le prove dell’esistenza di questa lista e racconta chi erano i derubati e come Carminati è riuscito a impossessarsi di documenti scottanti per ricattare magistrati. Perché il colpo al caveau segna nella storia criminale di Roma un cambio di marcia irreversibile, per i modi con i quali viene messo a segno, i risultati ottenuti e il movente: un grande ricatto allo Stato e alla Giustizia. C’è un filo nero che riconduce tutte le vittime del colpo a delitti, stragi, poteri occulti e misteri ancora aperti in una spy story alla romana, dove i protagonisti assomigliano a personaggi della commedia all’italiana: Gnappa, il Mago delle vedove, il Mostro, il Prete, Mollica, Sbirulino e il Cassiere. E invece è una realtà che va raccontata per la valenza simbolica del luogo violato e per l’inquietante capacità di penetrazione corruttiva che può arrivare fin dentro le istituzioni. Confermando ancora una volta che sul ricatto si fondano molte storie politiche del nostro Paese.
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Dettagli

2017
30 marzo 2017
240 p., Rilegato
9788817093897
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Indice

Indice.

I. Il filo nero
II. Il colpo
III. Indizi
IV. I cassettari
V. Il piano occulto
VI. Attacco al potere
VII. Attacco alla giustizia
VIII. Parola alle vittime
XIX. Il metodo
X. A roma «la mafia non esiste»

Appendici

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Il racconto è avvincente. Una spy story romana che sembra uscita dalla fantasia di un giallista o un romanziere americano. Invece la scrittura fluida e avvolgente ti porta dentro un fatto vero, reale, con nomi di persone esistenti e vicende accadute e poco conosciute. Una storia di ricatti che intreccia la politica, la magistratura, la mafia e la malavita. Tutto parte nel 1999 dal furto al caveau della banca di Roma nel tribunale della Capitale. Qui entra Massimo Carminati, definito oggi il capo di mafia Capitale, che fa aprire in base ad una lista di cassette, solo quelle segnate che corrispondono a magistrati e avvocati tutti collegati a misteri italiani e a processi importanti. Un furto su commissione che serve per ricattare qualcuno. La ricostruzione che fa Abbate è bellissima e forte perché suffragata da documenti mai conosciuti prima che ci fanno molto riflettere sul potere di queste persone che hanno in pugno la Capitale. E poi c'è il giornalismo d'inchiesta. Spiegato benissimo e illustrato nei suoi particolari. Il pilastro di questo racconto. Un libro da leggere e consigliare.

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Lirio Abbate

1971, Castelbuono

Giornalista italiano.Inviato de “L’Espresso”, è autore di numerose inchieste giornalistiche sulle mafie e le collusioni dei politici con i boss. Negli ultimi vent’anni si è occupato dei principali scandali italiani su criminalità organizzata, tangenti e corruzione.È passato dalla cronaca giudiziaria al giornalismo investigativo. Nel 2007 ha scritto con Peter Gomez I Complici. Nel 2010 ha vinto il Premiolino.Fra le sue pubblicazoni ricordiamo I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al parlamento (2007), Fimmine ribelli. Come le donne salveranno il Paese dalla 'ndrangheta (2013), I re di Roma (2015), nel quale racconta nascita e sviluppo di "Mafia Capitale", l'inchiesta che ha investito Roma nel dicembre 2014, mettendo...

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