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Anno edizione: 2016
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La frase "c'è sempre un margine di miglioramento" riecheggia nella mia mente da quando lo lessi ormai tanto tempo fa. Distopico, ovviamente, ma con molte tematiche attuali dell'esperienza femminile di crescita, corpo e mente. Inizialmente pensavo andasse in una direzione ma mi sono ricreduta non una, ma ben due volte. Finale che ti lascia vuoto, ma adatto e forse l'unico veramente possibile.
Comprato in quanto ho trovato il riferimento su un altro libro dedicato al femminismo. Potrebbe sembrare un libro adolescenziale ma è un libro che ti coinvolge, ti porta in un mondo distopico dove il maschilismo è portato allo stremo. La donna è un giocattolo creato con uno solo scopo: soddisfare i piaceri e i bisogni dell'uomo. La donna non deve pensare se non in relazione ai desideri dell'uomo, deve soddisfare tutto ciò che l'uomo desidera: la donna deve essere bella, deve essere perfetta, impeccabile, deve vivere solo per rendersi desiderabile, deve essere la migliore e quando non lo è più? Beh allora avanti la prossima.
Sembra un testo per ragazzine, eppure dovrebbero leggerlo gli adulti. Attraverso una vicenda ambientata in un universo distopico, ma non così lontano dal nostro mondo, il romanzo racconta con realismo e crudezza alcuni aspetti della vita di oggi: il rapporto con i social, il desiderio di apparire, l'imperativo della perfezione, il bullismo. L'ho letto tutto d'un fiato, nonostante lo stile non sempre impeccabile, e mi ha fatto venire i brividi dall'inizio alla fine. Soprattutto alla fine.
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