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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Grande intensità espressiva. Soggetto e trama originale. Suspance al limite dello splatter. Lettura molto coinvolgente.
Scrittura melodrammatica e banale. Un esempio : qualcuno telefona a qualcun altro e nel sottofondo si sente che la moglie lava i piatti e, non canticchia o anche semplicemente canta, ma “intona una melodia” . La trama vaga confusa dal noir al sentimental mieloso, dall'horror alla favola nera, senza sapere quale strada imboccare. Ogni tanto (spesso) succedono cose senza senso: il killer , indicato come L’Uomo di Fiducia, spietato nella sua missione di morte, apre la borsa e tira fuori che cosa? Un’arma di qualche tipo? Macché: una terrina di zuppa ben chiusa nella plastica che offre a quello che lo sta incaricando di ammazzare qualcuno, preoccupato che non abbia mangiato. Un killer con dietro il pasto da pendolare, insomma. La trovata di Lissy che poteva essere interessante, aggiunge note involontariamente comiche. Stephen King? Sì con il binocolo.
D’Andrea ha una capacità di scrittura che incolla alla pagina. In questo suo nuovo romanzo ritorna l’influenza della sua terra, come un marchio che lo contraddistingue. C’è buio, gelo e neve come nel romanzo precedente, ma ci sono anche gli echi delle saghe popolari abitate da Baur’r leggende masi e scrofe. Un misto tra noir e horror un libro difficile da definire ma interessante perché si colloca al di fuori dei soliti schemi. Marlene scappa dal ricchissimo marito, uomo spietato e temuto, per finire vittima e prigioniera in mezzo alla montagna. Salvata da un pazzo cerca una via di fuga per salvare se stessa e il figlio che porta in grembo
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