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Anno edizione: 2021
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A chi spetta perdonarci per consentirci di ricominciare? E, soprattutto, il perdono e la giustizia sono davvero possibili?
In un antico villaggio marocchino, trasformato in buen retiro di lusso da una coppia di cinquantenni gay – l'americano Dally e l'inglese Richard –, sta per andare in scena lo sfarzoso party che ogni anno richiama decine di ospiti facoltosi. Un baccanale di tre giorni durante i quali, sotto lo sguardo venato di disprezzo e di invidia insieme del personale, è destinato a consumarsi ogni tipo di eccesso. Tutt'intorno, montagne sfregiate dai cercatori di fossili, strade su cui la polvere si deposita «con la leggiadria gravitazionale di una massa di piume» e oasi abitate da gente di una nobiltà «minacciosa e fluida». Quando l'auto di David e Jo, diretti alla festa, investe e uccide un giovane del posto, si innesca una catena di eventi che porterà i due a fare i conti con i propri pregiudizi, colpe e desideri più segreti. Ma a chi spetta perdonarci per consentirci di ricominciare? E, soprattutto, il perdono e la giustizia sono davvero possibili? Osborne conosce bene la risposta, ma trascina rapinosamente il lettore fino all'ultima riga prima di svelargliela.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo sul pregiudizio e sull’intolleranza, sul rancore e sulla paura nei confronti di chi, lontano dalla nostra cultura, viene percepito come diverso. Temi che si intrecciano a quelli dell’ingiustizia e del perdono, in una trama ben congegnata e incalzante. A far da sfondo è quello spazio di terra marocchino che si localizza tra Atlante e Sahara, descritto mirabilmente da Osborne in ogni sua sfumatura (a quanto pare l'autore vi ha trascorso del tempo mentre raccoglieva informazioni per un reportage sui cercatori di fossili). Peccato per i personaggi, la cui caratterizzazione ho trovato a volte un po’ superficiale, vaga, e alla quale mi è sembrato che mancasse sempre qualcosa per renderli definitivamente reali.
Il cielo di seta della volta marocchina, assiste alla rappresentazione edonista dell’ipocrisia appagante, in quel festeggiamento mosso dal perlage di animi edulcorati. Una scrittura elegante e graffiante dipana l’omicidio di Driss, le cui scure rappresentano l’indifferenza e la superbia, quali elementi fondanti dell’insoddisfazione. Osborne, rende il lettore un osservatore partecipe e mai giudicante, un illustre ospite che non si sottrae alla coltre degli eventi, alla polvere che vela tutto, tranne al perdono e alla resa dei conti… ed è dolce il sapore dell’odio quando evapora dalla nostra anima. Nella polvere, Lawrence Osborne ~ Adelphi @adelphiedizioni . Un grazie immenso alla mia libraia Roberta de @lafeltrinellipalermo , che mi ha consigliato questa lettura bellissima!!
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