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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2024
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Libro incluso tra i sette finalisti del Premio Strega 2022
Claudia entra nella vita di Francesco in una mattina di sole, nell'atrio della scuola: è una folgorazione, la nascita di un desiderio tutto nuovo, che è soprattutto desiderio di vita. Cresceranno insieme, bisticciando come l'acqua e il fuoco, divergenti e inquieti. Lei spavalda, capelli rossi e cravatta, sempre in fuga, lui schivo ma bruciato dalla curiosità erotica. Sono due spatriati, irregolari, o semplicemente giovani. Un romanzo sull'appartenenza e l'accettazione di sé, sulle amicizie tenaci, su una generazione che ha guardato lontano per trovarsi.
«Una grande storia libera di questo tempo sghembo» – Concita De Gregorio, la Repubblica
«Un romanzo baciato da qualcosa di magico: l'incontro tra scrittura e personaggi, tra senso poetico e precisione, tra forza e verità nel raccontare il proprio tempo – Annelena Benini, Il Foglio
«Una trama che s'infittisce, e scolpisce i personaggi raccontati da Mario Desiati con la precisione e la bellezza della sua prosa generosa e affilata insieme» – Lisa Ginzburg, Avvenire
«Leggendolo ci sentiamo vivi, non semplicemente elettrizzati: vivi in ogni inconfessata sfumatura mentre camminiamo spavaldi su quel lato della luna che non a tutti è dato vedere» – Nadia Terranova, tuttolibri
«A volte si leggono romanzi solo per sapere che qualcuno ci è già passato.»
Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano piú. A Claudia però la provincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; Francesco resta fermo e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Mario Desiati mette in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa. Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, dopo Candore torna a raccontare le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli piú ruvidi dell'istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici.
Proposto da Alessandro Piperno al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Lasciatemi dire, anzitutto, che sono pochi gli scrittori italiani contemporanei che abbiano saputo imprimere al proprio itinerario letterario una coerenza così implacabile. Dai tempi lontani Desiati ha saputo restare fedele al suo mondo con un'ostinazione sorprendente. Ecco, a mio giudizio, Spatriati è il suo libro migliore, il fiore della maturità, quello in cui i temi, le atmosfere e lo stile raggiungono una sintonia incantevole. C'è qualcosa allo stesso tempo di magico e sinistro nel pezzo di Puglia dove nascono, vivono e soffrono i personaggi di Desiati quasi tutti provenienti dalla piccola borghesia rurale. Rivelano un'inquietudine fatta di slanci romantici e appetiti sessuali, da un amore complicato per la terra d'origine e un desiderio altrettanto complesso di fuggire verso metropoli violente e inospitali. La sua prosa è un crocevia di registri deliberatamente antitetici: lirismo e causticità, sentimentalismo e ferocia. Per ottenere questi effetti, Desiati mescola con mano sempre più salda forbitezza letteraria e inflessioni colloquiali, talvolta persino dialettali ma senza mai inciampare nel pittoresco. Occorre sottolineare che questo impasto linguistico consente a Desiati di scrivere scene di sesso straordinariamente plausibili, e per questo persuasive e mai ridicole. Chi sono gli spatriati? Mi verrebbe da dire che sono i "marinai scordati su un'isola" della famosa poesia di Baudelaire, quindi tutti noi.»
Vi racconto la storia di Claudia e Francesco di Martina Franca, in provincia di Taranto ma che assomiglia alla mia vicenda e a quella dei miei amici di Mola di Bari, che siamo soliti chiamarci “spatriati”.Questa parola ha molteplici sfumature perché per noi meridionali non vuol dire semplicemente non avere una patria, ma indica soprattutto essere persone precarie, vagabondi senza meta.C’è chi sceglie di fermarsi e chi parte alla ricerca di qualcosa che forse nemmeno conosce.Claudia, in questo caso, lascia Martina Franca mentre Francesco invece rimane. Così come resta quel legame tra di loro che non è solo amicizia, né solo amore, né men che meno solo sesso. Sono anime forti e fragili in ugual modo, che ci regaleranno una storia ricca di tante piccole storie che ci faranno capire che vagabondi, alla fine, non sono solo quelli che partono ma anche, a volte, quelli che restano. Io vi aspetto in Feltrinelli e nel frattempo vi auguro buona lettura!
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo libro è la storia di due giovani, di Claudia e Francesco, entrambi innamorati l'uno dell'altro seppur in maniera differente. Francesco ama Claudia inesorabilmente, pronto a tutto per lei. Claudia ama Francesco, ma forse nel modo sbagliato - sempre se esiste una modalità sbagliata di amare. "Spatriati" è mille storie insieme: è la voce di una giovane meridionale che, soffocata dalla vita, ne scappa; è la voce di un giovane disposto a mettersi al secondo posto per una vita intera per il bene di un'altra persona; è la voce della vita libertina di città; è la voce della vita spartana di borgo; è la voce della tristezza; è la voce della libertà. Questo libro è tante cose insieme e, seppur il ritmo non sua propriamente incalzante, è una lettura che consiglierei: si deve solo essere disposti ad esser trapassato da una lama di nostalgia e sofferenza durante l'intero viaggio.
È un libro sull’amicizia, sull’amore e sulla patria; ma anche su quello che siamo e non siamo, sulla percezione nostra e altrui di ciò che è bene e di ciò che è male e di come forse, l’ incompletezza è ciò che rende noi ed il mondo completo.
Le premesse erano buone, ma la trama non è quasi mai avvincente e la scrittura è lenta e a volte troppo ripetitiva. Peccato!
Recensioni
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