Della prosa di Canetti colpisce la lucidità nei ricordi d'infanzia, fin dalla più tenera età, l'affetto non privo di malinconia che circonda le sue memorie e la fluidità nell'esprimerle. Si tratta di un lavoro magistrale soprattutto in quanto rende speciale e atipica una storia di vita "qualunque", che in fondo è, invece, la formazione di uno scrittore da nobel.
La lingua salvata. Storia di una giovinezza
Fin dal suo apparire, nel 1977, questa «storia di una giovinezza» è stata accolta da molti come un «classico immediato», uno di quei libri destinati a restare, che coinvolgono profondamente ogni specie di lettori. Con la sua prosa limpida, tesa, vibrante in tutti i particolari, Canetti è qui risalito ai suoi ricordi più remoti, cercando di ritrovare nella propria vita quella difficile verità che solo il racconto può dare. Dopo aver vagato per decenni fra migliaia di miti, di fiabe, di trame, si è rivolto a quell’unica storia che per ciascuno di noi è la più segreta ed enigmatica: la propria.
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Edizione:12
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Anno edizione:1991
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annacavigioli 13 settembre 2022La lingua salvata
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Prima parte dell'autobiografia di Canetti, non delude le aspettative. Colpisce soprattutto l'incredibile capacità di ricordare impressioni ed emozioni vissute molti anni prima, ed una scrittura nitidissima, quasi un guardare attraverso un calice di cristallo. Dal turbolento rapporto con la madre, ai frequenti spostamenti attraverso l'Europa, al rapporto morboso con i libri, tutto viene conservato e contribuisce a costruire l'essere canettiano. Si guarda anzi con un po' di invidia alla precoce iniziazione alla conoscenza dei classici della letteratura e allo studio delle lingue, soprattutto guardando indietro alla propria esperienza personale. Non può infine mancare di suscitare nostalgia lo splendore dell'Europa di inizio Novecento, e lo stesso è a dirsi per quella cultura mitteleuropea troppo presto dimenticata.
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In questo libro autobiografico l'autore descrive gli anni dell'infanzia e della prima adolescenza con un linguaggio scorrevole e accattivante. Soprattutto nella sezione dedicata a Canetti bambino alcuni aneddoti divertenti colpiscono l'immaginazione e spingono a proseguire la lettura con curiosità e aspettativa. Con l'avanzare delle pagine l'iniziale 'tensione' si allenta un poco, per lasciare il posto a riflessioni più profonde e all'emergere del rapporto conflittuale con la madre che vorrebbe plasmare il figlio a sua immagine. Il conflitto prende corpo fino ad arrivare all'epilogo nel quale come lettore ho realizzato di avere maturato una latente insofferenza nei confronti di una figura materna molto ingombrante; lì, insieme con lo scrittore, in una sorta di purificazione mentale, mi sono finalmente liberata dal peso di questo personaggio grave e intransigente. Canetti scrive benissimo.
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