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Anno edizione: 1991
Anno edizione: 2017
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Della prosa di Canetti colpisce la lucidità nei ricordi d'infanzia, fin dalla più tenera età, l'affetto non privo di malinconia che circonda le sue memorie e la fluidità nell'esprimerle. Si tratta di un lavoro magistrale soprattutto in quanto rende speciale e atipica una storia di vita "qualunque", che in fondo è, invece, la formazione di uno scrittore da nobel.
Prima parte dell'autobiografia di Canetti, non delude le aspettative. Colpisce soprattutto l'incredibile capacità di ricordare impressioni ed emozioni vissute molti anni prima, ed una scrittura nitidissima, quasi un guardare attraverso un calice di cristallo. Dal turbolento rapporto con la madre, ai frequenti spostamenti attraverso l'Europa, al rapporto morboso con i libri, tutto viene conservato e contribuisce a costruire l'essere canettiano. Si guarda anzi con un po' di invidia alla precoce iniziazione alla conoscenza dei classici della letteratura e allo studio delle lingue, soprattutto guardando indietro alla propria esperienza personale. Non può infine mancare di suscitare nostalgia lo splendore dell'Europa di inizio Novecento, e lo stesso è a dirsi per quella cultura mitteleuropea troppo presto dimenticata.
In questo libro autobiografico l'autore descrive gli anni dell'infanzia e della prima adolescenza con un linguaggio scorrevole e accattivante. Soprattutto nella sezione dedicata a Canetti bambino alcuni aneddoti divertenti colpiscono l'immaginazione e spingono a proseguire la lettura con curiosità e aspettativa. Con l'avanzare delle pagine l'iniziale 'tensione' si allenta un poco, per lasciare il posto a riflessioni più profonde e all'emergere del rapporto conflittuale con la madre che vorrebbe plasmare il figlio a sua immagine. Il conflitto prende corpo fino ad arrivare all'epilogo nel quale come lettore ho realizzato di avere maturato una latente insofferenza nei confronti di una figura materna molto ingombrante; lì, insieme con lo scrittore, in una sorta di purificazione mentale, mi sono finalmente liberata dal peso di questo personaggio grave e intransigente. Canetti scrive benissimo.
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