L'eugenetica e la perfezione della razza durante il regime nazista, questi i temi affrontati nel libro della Fabiani. E' un libro che pone molti spunti di riflessione. Lettura necessaria.
Le lunghe notti di Anna Alrutz
A quasi settant'anni dalla morte, Anna Alrutz, che in vita è stata una braune Schwester, una delle infermiere specializzate volute da Hitler, non è che un fantasma, una voce senza corpo che vive e rivive brandelli della sua breve esistenza. Primogenita di una ricca famiglia borghese, il padre medico, la madre elegante e colta ma di salute cagionevole, Anna ha trascorso un'infanzia serena. Per via della malattia polmonare cronica della madre e della sorella, tutte le estati della famiglia Alrutz si sono svolte nella stessa amena località termale, Bad Salzgitter. Lì Anna ha conosciuto Helene, l'amica di tutta la vita, e il pastore Rudinski, il suo primo amore impossibile. Ma Bad Salzgitter è anche il luogo dove si è formato il suo carattere, insolitamente forte, ossessionato dall'ordine e dalla disciplina. Nel 1927, dopo la morte della sorella, contravvenendo al volere della famiglia, Anna lascia Medicina per iscriversi alla nuova scuola per infermiere e diventa una braune Schwester. Richiamata a Gottinga dal suo ex professore, il ginecologo Hartmann, diventa la sua assistente personale e svolge con lui un compito molto particolare, voluto per decreto da Hitler: sterilizzare il più alto numero di donne, per "purificare" la futura razza ariana. Anna crede nell'ordine e nel benessere sociale che ne consegue ma quando nella clinica viene ricoverata l'amica Helene, apre gli occhi e quel che vede è, improvvisamente, l'orrore.
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Anno edizione:2014
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Laura 11 febbraio 2022
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Cristian Cantelmo 06 luglio 2014
Anna Alrutz è morta in una gelida notte di dicembre, l'anno era il 1935, il paese la Germania. Era una braune Schwester, una delle infermiere specializzate in scienza della razza e che, fra le altre cose, assistevano le sterilizzazioni di donne non adatte a partorire i figli del Fuhrer. Anna è morta, e a parlare è il suo fantasma che, nel dolore di un pentimento tardivo, vaga ancora per le corsie della clinica. Fin qui, una storia forse già ascoltata. Quello che la rende appassionante e unica è lo stile poetico, intimo e a tratti travolgente dell'autrice, che segue la protagonista con aderenza impressionante. Il lettore viene catapultato nella Germania degli anni trenta e ne vive tutta la drammaticità. Un libro che mi ha sconvolto per la sua bellezza. Da leggere e rileggere, assolutamente.
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La voce di Anna Alrutz è la voce di una donna che - non più tra i vivi - ne sente ancora la voce: sente la voce di tutte quelle donne che lei stessa, infermiera del corpo specializzato voluto da Hitler (una "braune Schwester"), ha aiutato a fare sterilizzare. In quelle lunghe notti, diventate esse stesse un incubo ferocemente reale, Anna esercita il suo atto di cieca fede al Fuehrer. E' una delle migliori infermiere, se non la migliore, fino a che non comincia a prendere coscienza che la luce che credeva di avere seguito non è altro che un terribile abbaglio. Anna comincia a scoprire la propria umanità, e nel farlo comincia il suo "atto di coscienza". Un libro bellissimo, questo di Ilva Fabiani. Un libro di toccante intelligenza, ben scritto, che ci dice qualcosa di nuovo su un tema su cui molto è già stato scritto. Un libro attuale, in un tempo in cui siamo tutti chiamati a prendere coscienza di chi siamo e di chi siamo stati.
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