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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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L'eugenetica e la perfezione della razza durante il regime nazista, questi i temi affrontati nel libro della Fabiani. E' un libro che pone molti spunti di riflessione. Lettura necessaria.
Anna Alrutz è morta in una gelida notte di dicembre, l'anno era il 1935, il paese la Germania. Era una braune Schwester, una delle infermiere specializzate in scienza della razza e che, fra le altre cose, assistevano le sterilizzazioni di donne non adatte a partorire i figli del Fuhrer. Anna è morta, e a parlare è il suo fantasma che, nel dolore di un pentimento tardivo, vaga ancora per le corsie della clinica. Fin qui, una storia forse già ascoltata. Quello che la rende appassionante e unica è lo stile poetico, intimo e a tratti travolgente dell'autrice, che segue la protagonista con aderenza impressionante. Il lettore viene catapultato nella Germania degli anni trenta e ne vive tutta la drammaticità. Un libro che mi ha sconvolto per la sua bellezza. Da leggere e rileggere, assolutamente.
La voce di Anna Alrutz è la voce di una donna che - non più tra i vivi - ne sente ancora la voce: sente la voce di tutte quelle donne che lei stessa, infermiera del corpo specializzato voluto da Hitler (una "braune Schwester"), ha aiutato a fare sterilizzare. In quelle lunghe notti, diventate esse stesse un incubo ferocemente reale, Anna esercita il suo atto di cieca fede al Fuehrer. E' una delle migliori infermiere, se non la migliore, fino a che non comincia a prendere coscienza che la luce che credeva di avere seguito non è altro che un terribile abbaglio. Anna comincia a scoprire la propria umanità, e nel farlo comincia il suo "atto di coscienza". Un libro bellissimo, questo di Ilva Fabiani. Un libro di toccante intelligenza, ben scritto, che ci dice qualcosa di nuovo su un tema su cui molto è già stato scritto. Un libro attuale, in un tempo in cui siamo tutti chiamati a prendere coscienza di chi siamo e di chi siamo stati.
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