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Anno edizione: 2023
Anno edizione: 2023
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Solo la forza di un’amicizia indissolubile può spingere due ragazzine a ribellarsi all’ingiustizia. Soprattutto nel gretto conformismo dell’Italia fascista.
Un’adolescente reietta, e una coetanea che impara a conoscerla per davvero, al di là di ogni pregiudizio. E che grazie a lei trova il coraggio di far sentire la propria voce, la propria verità. Un coinvolgente romanzo di formazione sullo sfondo di una provincia padana oppressa dal controllo, dal sessismo e dalla violenza del Ventennio.
L’esordio di Beatrice Salvioni ha incantato gli editori di tutto il mondo. Esce in contemporanea con l’edizione italiana in Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Turchia, Bulgaria e, a breve, anche Stati Uniti e Germania. È in corso di traduzione in 32 lingue.
«La Malnata emerge dalle pagine talmente viva che ti pare di poterla toccare. È un personaggio che ogni editore vorrebbe avere nel suo catalogo» - Anne Michel, Albin Michel, Francia
«Beatrice Salvioni è un’assoluta rivelazione letteraria. Ricorda autrici come Elena Ferrante e Joyce Carol Oates» - María Fasce, Lumen, Spagna
Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata. Ma quella sua aria decisa, l’aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarà il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"La malnata" è l'opera prima di Beatrice Salvioni, ambientata a Monza nel 1936. La storia ruota intorno a due dodicenni legate da una profonda amicizia,Maddalena, marchiata a fuoco come la malnata e Francesca. Le loro famiglie sono distrutte in particolare quella di Maddalena dalla povertà e dall'emarginazione mentre quella di Francesca dal perbenismo e dall'apparenza borghese. Il libro è scritto molto bene e il contesto storico è curato adeguatamente, ma i temi trattati come il patriarcato, la discriminazione e la violenza di genere sono ancora attuali, come anche l'amicizia vera che non conosce distinzione di classe e di genere.
Nella trama di questo romanzo di formazione si intrecciano fili diversi: dalla violenza dell’Italia fascista al sessismo, dal pregiudizio sociale all’amicizia. Ed è proprio quest’ultima la protagonista indiscussa della narrazione, un’amicizia che lega due ragazzine che non potrebbero essere più diverse. Su una delle due, che la gente chiama con spregio Malnata, incombe lo stigma della ragazza dannata, persa, da non frequentare. Incurante del pregiudizio dei concittadini, Francesca, dodicenne di famiglia borghese, sogna di diventare come la Malnata, indomita, libera e indifferente ai commenti altrui. Sullo sfondo delle rive del Lambro, tra i vacui rituali del regime e l’eco della guerra in Abissinia, le due ragazze sfideranno l’edificio in cemento armato delle bieche convenzioni che opprimono la loro comunità, denunciando la sopraffazione maschile che si perpetua da sempre nel silenzio complice del paese. La scrittura è vivida e tagliente, dura e spietata in alcuni passaggi, come lo è, d’altronde, la vita della Malnata nei cui meandri oserà entrare Francesca, squarciando il velo del pregiudizio e addentrandosi dietro le quinte di una verità che il paese preferisce ignorare, nascosto dietro una cortina di finto perbenismo. I personaggi appaiono vividi, tridimensionali, accurati, la narrazione intreccia sapientemente vicende individuali e collettive per un romanzo rivelazione nel quale alcuni hanno voluto intravedere riferimenti di altre narrazioni. Tuttavia, non è forse uno dei pregi maggiori della scrittura la capacità di metabolizzare le storie e farle proprie, elevando la propria voce su quella degli altri? La penna della scrittrice appare già in potenza forte, decisa, evocativa. In alcuni passaggi si coglie, forse, un’invidiata età acerba, ma i requisiti per rendere quella di Beatrice Salvioni una delle voci più interessanti del nostro panorama narrativo ci sono già tutte.
Ho letto molte recensioni che contestano a questo libro di essere troppo simile a quelli della Ferrante. Sarà, però la storia è scorrevole e i personaggi ti coinvolgono e riesci a immaginarli quasi reali, come puoi fare solo quando la scrittura è solida e le idee alla base pure.
Recensioni
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