Devo dire che inizialmente non mi sono sentita coinvolta nella lettura. Ho avuto difficoltà a seguire, ma dato che non volevo abbandonarla ho provato con l'audiolibro. Essendo la mia prima esperienza con questa modalità ho constatato che la mia attenzione visiva è nettamente superiore a quella uditiva, ma l'ascolto non è stato male. Nonostante i momenti di perdita di concentrazione, sono riuscita a godere della scrittura della Ortese. Ho amato la struttura dei racconti per narrare la vita napoletana, è uno di quei libri che ti fa compagnia ma allo stesso tempo ti tiene sveglio a riflettere.
Il mare non bagna Napoli
Al suo primo apparire, nel 1953, "Il mare non bagna Napoli" sembrò a molti inserirsi in quel filone che allora e dopo venne chiamato «neorealismo». Era tutt’altra cosa. Nato dall’incontro della scrittrice con quella città – che era e non era la sua – uscita in pezzi dalla guerra (un incontro che fu insieme un addio: a Napoli la Ortese non tornerà, in seguito, praticamente mai), il libro è la cronaca di uno spaesamento. La città ferita e lacera diventa infatti uno schermo sul quale l’autrice proietta ciò che lei stessa definisce la propria «nevrosi»: una nevrosi metafisica, una impossibilità di accettare il reale e la sua oscura sostanza, la cecità del vivere, un orrore del tempo che ogni cosa corrode e divora – e insieme il riconoscimento del «cupo incanto» della città, del mondo. Tutto il libro, con la sua scrittura «febbrile e allucinata» e al tempo stesso rigorosissima, è un grido contro questo orrore, da cui lo sguardo – come quello della bambina Eugenia il giorno in cui mette gli occhiali, nel primo, indimenticabile racconto – vorrebbe potersi distogliere: e non può. La presente edizione è accompagnata da due testi del tutto nuovi e preziosi, scritti dall’autrice ripensando questo suo libro: per il lettore saranno la guida più sicura.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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stradivae 23 giugno 2025Buon libro
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Dave 09 aprile 2025La ferita segreta di una città
Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese è un ritratto spietato e lirico di una città devastata, vista attraverso lo sguardo lucido e partecipe dell’autrice. La raccolta di racconti svela un’umanità dolente, spesso invisibile, con una prosa che mescola realismo e visioni allucinate. Ortese sfida ogni retorica meridionalista, denunciando con coraggio le ingiustizie e l’abbandono. È un’opera che graffia la coscienza e lascia un’impronta profonda.
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noe 25 febbraio 2025Un grande mah
Ho trovato questo libro molto lento e in alcuni momenti non riuscivo a stare al passo perché non capivo alcuni passaggi,diciamo che l'ho terminato solo perché avevo letto molte recensioni positive e nel complesso ho amato solo la storia degli occhiali per la piccola Eugenia.
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