Mia sorella è una foca monaca

Il protagonista è un tenerissimo bugiardo, tuttavia migliore di quanto non voglia raccontare a se stesso. La storia è quasi anonima nella sua linearità, ma è valorizzata da una scrittura nuova, a tratti davvero originale, con un protagonista adorabile nella sua spacconeria che ne offusca i buoni sentimenti quanto basta per non farlo apparire melenso. Una figura riuscita perchè, nonostante il fondamentale disastro familiare ed economico in cui viaggia, è capace di rimboccarsi le maniche e dare una svolta alla propria vita, con abbastanza cuore - se non maturità - da capire da che parte stanno il giusto ed il bene

Scrivere un libro in prima persona spesso è difficile per uno scrittore perché comporta la totale immedesimazione nel personaggio, che spesso ha un'età differente e quindi spesso pensa in maniera differente. In questo libro, come negli altri, Frascella sa perfettamente riprodurre i pensieri di un diciassettenne arrogante, tanto che, non so se sia per me un bene o un male, spesso ho ritrovato i miei pensieri più impulsivi e critici in quelli del giovane protagonista. La storia narra di un anno circa della vita di questo ragazzo, che, come ogni vita, ha dei momenti monotoni e dei momenti intensi; durante questo periodo pero, si nota una crescita sensibile del protagonista, causata da gioie e dolori. Il finale non è un vero e proprio finale, poiché la vita del protagonista non può dirsi finita: è aperto, com'è aperta la vita di ogni diciassettenne che inizia a maturare e a capire cosa vuol fare della propria vita.

Un libro che non mi ha entusiasmato. Strappa qualche risata, questo certo, ma la storia è praticamente insussistente. Da leggere se proprio sotto l'ombrellone non ci si è portati altro da fare. Nota dolente: il finale. In pratica il libro non finisce, o meglio, sembra che finisca un capitolo e che lo scrittore si sia dimenticato di finire l'opera prima di mandarlo in stampa. Mah...