I miei giorni nel Caucaso è il diario dell'infanzia e adolescenza dell'autrice, musulmana di Baku con il desiderio di vivere all'occidentale. Il libro è incentrato sullo stile di vita della sua famiglia, in cui i matrimoni si decidono a tavolino tra ragazzi - possibilmente parenti. Banine è testimone di importanti eventi storici del suo paese ("con la fine dell'effimera Repubblica dell'Azerbaigian coincide la fine della mia infanzia"), e il suo cuore si divide tra l'attaccamento alla famiglia e l'amore per Andrej. Sarà quest'ultimo a spronarla, ad avere più audacia, rifiutando l'influenza della famiglia "destinata a vegetare nel passato": "Lo sa che cosa vuol dire vivere? Vuol dire agire sulle cose, sulle persone, sugli avvenimenti; perseguire uno scopo preciso nell'immensa complessità di un grande paese. Vuol dire sentire i propri doveri e compierli; vuol dire sentire fortemente; vuol dire trasformare ogni minimo atto in uno slancio. Vivere vuol dire essere intensi, appassionati. Noi arderemo insieme". Il destino deciderà diversamente per Banine, ma il finale è un'apertura verso il mondo che l'attende. Voto 4,5.
I miei giorni nel Caucaso
Banine nasce a Baku, sulle rive del mar Caspio, nel 1905, un anno turbolento in tutto l’Impero russo. La sua famiglia è molto ricca poiché il suo bisnonno, un umile contadino, ha scoperto un giacimento petrolifero nella sua terra. Banine ricorda la sua prima infanzia come un momento molto felice. Lei e le sue tre sorelle maggiori vengono cresciute ed educate da una governante baltica tedesca, Fräulein Anna. Questo stile di vita europeo è molto diverso dai tradizionali modi islamici della corpulenta nonna di Banine, che parla solo azero, prega cinque volte al giorno e bestemmia come un soldato. La famiglia di Banine trascorre le lunghe e torride estati nella casa di campagna vicino al mare, con il suo rigoglioso giardino e i vigneti nel bel mezzo del deserto. La casa è piena di zie che giocano a poker avvolte da nuvole di fumo, zii e cugini impegnati in infinite recriminazioni per la divisione della fortuna della famiglia e ballerini dai costumi sgargianti che presiedono alle suntuose feste che si tengono ogni sera. Ma la Rivoluzione di ottobre porterà il caos nel Caucaso. Una dittatura militare, dominata dagli armeni, prenderà il potere a Baku e darà la caccia ai ricchi azeri. Nel cuore della notte Banine e la sua famiglia saranno costretti a fuggire dalla loro casa per rifugiarsi prima a Instabul e, successivamente, a Parigi. I miei giorni nel Caucaso è il brillante memoriale di una donna che non abbandona mai il senso dell’umorismo e, al contempo, il ritratto di un mondo scomparso che mostra cosa significhi lasciarsi alle spalle il passato per ricominciare da capo.
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ormos 29 settembre 2022
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