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La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine
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La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine - Reinhold Messner - copertina
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montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine

Descrizione


Il Nanga Parbat, ovvero la Montagna Nuda, è alto 8125 metri ed è da decenni il sacro Graal dei migliori alpinisti. Negli anni '30 Willy Merkl tentò la salita e morì. Il suo fratellastro, Karl Herrligkoffer, ne fu ossessionato e tentò più volte di "conquistare" la montagna in nome del fratello. Nel 1970 programma con i fratelli Messner di raggiungere la cima dal versante Rupal. E la storia si ripete: Reinhold e Günther Messner sono i primi a salire lungo quella via ma sono costretti dal maltempo a scendere lungo il versante opposto, il Diamir: Günther perderà la vita travolto da una slavina. I tragici ricordi non abbandoneranno mai Reinhold che, dopo trent'anni, decide di raccontare la sua versione dei fatti.
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Dettagli

13
2003
320 p., ill. , Rilegato
Der Nackte Berg
9788879725798

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

opo trent’anni Messner ricorda l'impresa di cui non aveva mai voluto parlare, x sottrarsi alle polemiche e alle ingiuste critiche. Per anni, scalerà da solo. Reinhold detesta Herligkoffer non solo x divergenze caratteriali, ma soprattutto perché non è un alpinista. Punto cruciale è il razzo rosso, non tanto x l’ascesa alla vetta, che a Messner certo non è dispiaciuta, quanto perché decisivo nella scelta di scendere dalla parete Diamir, poiché i fratelli non potevano aspettarsi aiuti il giorno successivo. In una scalata estrema l’ambizione personale e il desiderio di primeggiare creano inevitabilmente rivalità e polemiche, acuite dal pericolo. La partecipazione personale sul piano emotivo fa di questo libro affascinante e coinvolgente il migliore di Messner.

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Recensioni: 4/5

Complimenti a Messner: oltre alle alla eccezionali capacità alpinistiche per cui è famoso, è molto bravo anche a raccontare le sue imprese. Avendo letto parecchi altri libri di scalate sugli ottomila, due cose mi hanno impressionato de racconto di Messner. La prima è la fiducia nei propri mezzi, che porta Messner a lanciarsi in imprese enormi con mezzi estremamente limitati: dove gli altri avrebbero voluto un campo intermedio con tende e rifornimenti prima di tentare la vetta, Messner semplicemente ci va solo con ciò che lui e il compagno di cordata riescono a portare. Il secondo aspetto che mi ha colpito è il fatto che lui non parla mai delle difficoltà fisiche che deve sopportare: il freddo, la scarsità di ossigeno e tutte le conseguenze biologiche che comportano. Mi chiedo se lui abbia capacità fisiche tali da patire meno di altri questi problemi, oppure se non sia invece la sua fortissima determinazione che lo porta a prendere in scarsissima considerazione i patimenti fisici.

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Reinhold Messner

1944, Bressanone

Alpinista e scrittore italiano.Dopo aver frequentato l'Università di Padova, inizia l'attività di scalatore e diviene noto negli anni per aver compiuto rischiose arrampicate sulle alture dei vari continenti. Una delle imprese più rischiose risale alla spedizione sul Nanga Parbat, la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8.000 metri di altezza. È considerato uno dei protagonisti dell'alpinismo mondiale, riuscendo a scoprire, tra le migliaia di scalate effettuate, numerosi itinerari nuovi. Ha scalato alcune delle pareti più lunghe al mondo, nonché tutte le quattordici cime più alte del pianeta.Vive a Merano e al Castel Juval in Val Venosta, dove dirige un’azienda agricola e il Messner Mountain Museum.Tra le numerosissime opere...

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