Un padre, un figlio. Un viaggio che, intrapreso inizialmente per un “inutile” motivo, diventerà occasione di reciproca scoperta e conoscenza con l’ aiuto di un passato che, continuamente, riaffiora. Un passato che spiegherà il presente e che che porterà lo spettatore ad affezionarsi ad un bizzarro Woody, ad uno straordinario Bruce Dern. Un film che per alcuni può scorrere lento ma che, assolutamente, non appesantisce. Scorre morbido, delicato. Ti fa ridere e riflettere. Un film dolce che non potrebbe che essere in bianco e nero perché il colore ne altererebbe l’ atmosfera, il ritmo poetico che risulta anche dalla splendida fotografia e dalla relativa colonna sonora. Assolutamente consigliato.
Nebraska
Woody, un anziano del Montana, scappa ripetutamente di casa nel tentativo di raggiungere il Nebraska dove è convinto di ricevere un ricco premio della lotteria. Preoccupati dal suo stato mentale, i familiari dibattono a lungo sul metterlo o meno in una casa di cura, fino a quando, uno dei due figli decide di accompagnare il padre in questo folle viaggio. Lungo il tragitto i due si fermano un paio di giorni nel piccolo villaggio natale di Woody dove, sotto gli occhi del figlio, ripercorre il suo passato.
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Stati Uniti
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Produzione:Lucky Red, 2014
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Distribuzione:Eagle Pictures
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Durata:110 min
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Lingua audio:Italiano (Dolby Digital 3.0);Inglese (Dolby Digital 3.0)
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Lingua sottotitoli:Italiano; Italiano per non udenti
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Formato Schermo:2,40:1 Wide Screen
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Contenuti:trailers; dietro le quinte (making of)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ANNA MARIA BARONE 05 dicembre 2017
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ADELE AUGRUSO 18 maggio 2016
La forza di questo sesto lungometraggio di Alexander Payne sta tutta nella capacità di combinare gli ingredienti migliori dei precedenti (maturati come un buon vino di Sideways) con la variante del bianco e nero. Road movie laconico dalle battute fulminanti, Nebraska è un film sui legami di sangue e la dignità dei volti rigati dal tempo, sui vuoti incolmabili e le piccole rivalse, reso autentico dall’assemblaggio perfetto del nucleo familiare, immerso in un Midwest che sembra uscito da una fotografia della Grande Depressione. “Non so perché non sia andata così”, scriveva Warren (Jack Nicholson) in A proposito di Schmidt: il mistero resta inesorabilmente irrisolto, ma alla fine della strada acquistiamo un senso in più.
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MARCO DE VIVO 05 maggio 2016
In questo film non c'è una grande storia, tutt'altro, si regge quasi completamente sulla straordinaria interpretazione degli attori che riescono a passare dai toni scherzosi da commedia a quelli più seri da dramma senza però togliere al tutto un senso di leggerezza. E vi è anche senso di nostalgia, quella del ritorno a casa, alla giovinezza, all'infanzia, a qualcosa che si è perso e che forse si può ancora recuperare, come il rapporto tra padre e figlio; e in tal senso la scelta del bianco è nero è decisamente vincente, unita alla colonna sonora ben scelta. E' un film che colpisce senza rumore, che ti racchiude in un caldo abbraccio e ti farà sentire al sicuro, che non ti turberà minimamente ma che anzi ti farà ridere di gusto in più occasioni.
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