Una lettura diversa e interessante. Consigliato soprattutto se affascinati dalla cultura del Giappone di un tempo.
Ombre giapponesi
Alla fine dell'Ottocento il Giappone, pur aperto ai commerci con l'Occidente da mezzo secolo, rimaneva un mistero, e Lafcadio Hearn, «nomade civilizzato», si imbarca per scrivere un libro-reportage sul paese.
«Darei non so che cosa per essere un Colombo letterario, per scoprire un'America Romantica in qualche regione delle Indie Occidentali, del Nordafrica o dell'Oriente dove i comuni cristiani non amano andare!» scriveva Lafcadio Hearn. Sin dall'inizio, del resto, la vita lo aveva passo dopo passo indirizzato a questo scopo. Alla fine dell'Ottocento il Giappone, pur aperto ai commerci con l'Occidente da mezzo secolo, rimaneva un mistero, e Lafcadio Hearn, «nomade civilizzato», si imbarca per scrivere un libro-reportage sul paese. Nato in Grecia, cresciuto in Irlanda, Francia e Inghilterra, vissuto in America un ventennio, celebre per i pezzi di cronaca nera e di squisita, insolita erudizione, è la persona più adatta. Ha sapienza proteiforme e «partecipazione animica», il segreto del grande interprete. Ed è il primo a cogliere il volatile incanto del Paese degli Dei, dove resterà sino alla morte. Naturalizzato giapponese, sposa la figlia di un samurai e prende il nome di Koizumi Yakumo. Fa di più: «pensa con i loro pensieri» e accede al kokoro, al cuore della gente. Miracolo d'innesto, assolve il delicato compito di catturare la bellezza dell'antico Nippon nel momento cruciale che precede la sua sparizione. Riporta alla luce antichi racconti orali e testi classici, facendo riscoprire anche ai nativi capolavori tuttora letti e amati. Come Andersen e i fratelli Grimm, Lafcadio Hearn è più una letteratura che un autore. Sono qui raccolti i testi narrativi sparsi nei suoi volumetti miscellanei: racconti per lo più a sfondo fantastico, pieni di atroci vendette di fantasmi – che si manifestano come insetti, ragni, rane, salici, peonie –, di mogli abbandonate, ma anche di pietose riconciliazioni fra due mondi separati dalla sottile membrana di un fusuma.
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Anno edizione:2018
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Olli 18 aprile 2025una lettura diversa
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Loris 30 marzo 2025
39 racconti per uno spaccato consistente del folklore giapponese. Non solo: attraverso i racconti si intravede l’anima, la sensibilità di un popolo. Discorso che vale al passato (i testi risalgono a inizio ‘900), ma impatta anche il presente, ricordando sempre che lo sguardo di Hearn, per quanto affinato da anni di convivenza, conserva filtri occidentali. Fantasmi, folletti, mostri, regni utopici, incantesimi e riti di protezione, promesse e vendette, shintoismo e buddismo, karma e reincarnazioni, il mondo fluttuante dell’ukiyo-e: spunti e linee tematiche si intrecciano in una sapiente articolazione di racconti. Merito del curatore (Ottavio Fatica), cui si deve anche una lunga e dotta postfazione, dove si ricostruisce la biografia di Hearn (quasi un romanzo a sé) e si offrono chiavi di lettura. Tra i tanti, esemplare e splendido il testo in chiusura (Lo specchio di Matsuyama): due paginette scarse in cui lo specchio si fa strumento cognitivo (fisico e simbolico) che travalica il tempo e ribadisce la necessità del confronto/legame con l’altro sa sé.
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Bea 26 marzo 2025
Questa è un'edizione stupenda, diversa dalla classica Piccola Biblioteca, una chicca da avere per qualsiasi appassionato del Giappone
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