Premio Strega nel 1995, questo romanzo è una sorta di saga familiare che si svolge in un piccolo paesino del Sud Italia impregnato di cultura patriarcale, ed è soprattutto una storia di donne, vittime e insieme ribelli. Chiara, narratrice e protagonista, è una donna ai margini, indolente, solitaria, che si circonda di cose e respinge le persone, che nasconde in vestiti ampi e sformati la femminilità e la bellezza che le sono proprie. Il lento disfacimento di Chiara, lo scivolamento in secondo piano, il suo passaggio in ombra, è un modo di liberarsi dalle costanti attenzioni che ha sempre ricevuto dalle figure femminili che l’hanno cresciuta: Anita, la madre, bella e orgogliosa, di una dolcezza quasi feroce; donna Peppina Curatore, la prozia paterna, un’affabulatrice generosa, disordinata, quasi crudele nelle sue scelte; Giuppina, la zia, fragile e gelosa, preda di un risentimento antico che sfocia nella distruzione dell’unico amore che Chiara desiderava davvero e che, almeno per un po’, la strappa alla sua accidia. Donne troppo forti, troppo ingombranti da un lato, e dall’altro uomini incapaci di amare, violenti, egoisti, vigliacchi, che non riescono a mantenere intatta la loro innocenza, che scappano alla prima difficoltà, alla prima assunzione di responsabilità: Chiara, nel mezzo, risponde scegliendo di non scegliere, di trascinarsi nella vita, non curandosene e non curandosi. Ripercorrere la storia della sua famiglia, per lei, è catartico; il passaggio in ombra è allora anche il progressivo sbiadire di tutti quei fantasmi che possono finalmente trovare pace e ridarla a Chiara: e infatti nel finale, che ricalca l’incipit del romanzo, tutte le ombre che opprimenti affollavano la stanza non ci sono più, c’è solo il silenzio.
Passaggio in ombra
Solitario come un'autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicatissimo romanzo intreccia le storie di una comunità e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna, Chiara, che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. Riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre Anita, il padre Francesco, la zia Peppina, il cugino Saverio... Sullo sfondo di un Sud ruvido e avvolgente, e insieme dolce e vitale, Chiara ci guida, dal turbinio di fantasmi che agitano una vecchiaia vissuta fuori dal tempo, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza. Ed è proprio nel dominio sofferto della lingua, grazie alla trasparenza di una scrittura sospinta innanzi da una sua arcana necessità interna, che questo indimenticabile personaggio femminile affonda il suo senso d'esistere: nel momento di arrendersi alla fatica di vivere, trova la forza e l'orgoglio di raccontare la vita.
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Anna 26 aprile 2025Il passaggio in ombra è il progressivo sbiadire dei fantasmi di una vita
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Stefania 27 dicembre 2024Passaggio in ombra
Quando la memoria si fa strumento per vivere il presente ed affrontare il futuro. Chiara, imprigionata nello scorrere inesorabile del tempo, ripercorre con lucidità la storia della sua famiglia. Lei è stata tanto amata, forse troppo, ingabbiata in attenzioni quasi ossessive e assillanti. Da sua madre, Anita “la mammana” , da Francesco, padre suo malgrado, da zia Giuppina e da zia Peppina, il vero caposaldo della famiglia D’Auria. Una famiglia la cui forza risiede nelle donne, capaci di modificare la realtà e la verità, artefici più o meno consapevoli del destino proprio e di quello altrui. Chiara, fragile e avvolta da un’ineluttabile aura di incompiutezza, si strugge e si annienta nell’amore impossibile per il cugino Saverio, selvatico e rozzo, e si lascia trascinare in un’apatia che le toglie ogni desiderio di felicità. La memoria riporta al punto di inizio, permette di comprendere e perdonare e, chissà, forse anche di fare pace con se’ stessa e con gli altri. Un romanzo forte, pieno, travolgente che, attraverso le vicissitudini di una famiglia, regala al lettore uno spaccato di vita del Sud Italia negli anni del dopoguerra. Riporta alla memoria tutti i sentimenti e le tematiche degli scritti di Elsa Morante e da’ la mano ai romanzi delle scrittrici contemporanee in un’osmosi sorprendente fra passato e presente. Un romanzo nel quale la vita e la morte si tengono a braccetto, un racconto intimo eppure corale, nato dalla penna di una grande Donna che ci ha lasciato troppo presto.
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