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Anno edizione: 2009
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Siamo sempre in Francia nel 1642, il nostro eroe D’Artagnan ormai è un uomo rispettato è tenente dei moschettiere temuto dai traditori del re. Il cardinale Richelieu è morto a sostituirlo c’è il cardinale Mazzarino . Il nuovo re Luigi XIV è solo un bambino a occuparsi del regno è la madre la reggina Anna D’Austria. I compagni d’avventura ormai non più moschettirei - alla fine del primo libro: Athos si è ritirato in campagna, Porthos è diventato un ricco signore e Aramis si è fatto prete- hanno idee politiche diverse ma sono sempre uniti dalla grande amicizia che nel primo volume gli ha resi inseparabili. Questo secondo libro è contorto , è un romanzo nel romanzo più storie si avvicendano nel racconto per sbrogliarsi solo verso la fine.
Seguito de “I tre moschettieri”, “Vent’anni dopo” è l’occasione che Dumas offre ai lettori per continuare a seguire le vicende dei quattro eroi in età matura. Per ogni personaggio vengono radicalizzati gli aspetti caratteriali che erano ancora acerbi ai tempi del primo volume. Adesso un ardore e un senso del comando più spiccati per D’Artagnan, una più forte religiosità per Aramis, una profondissima nobiltà d’animo per Athos e il prode sostegno di Porthos rappresentano il punto di forza per il gruppo dei quattro amici, che, ancora una volta, trionferanno uniti in nuova strabiliante avventura.
Ecco la seconda puntata della saga dei Tre moschettieri. Confesso di essere stata un po’ prevenuta prima della lettura perché pensavo che Dumas non potesse assolutamente eguagliare o superare il libro precedente. E in parte mi sono ricreduta. In effetti ne I tre moschettieri c’era la freschezza, il divertimento, la spacconeria, le “guasconate” dei nostri eroi che affrontano le avventure e le trappole con l’incoscienza della giovinezza. In questo secondo romanzo i nostri eroi sono più maturi, ragionano di più e sanno operare delle scelte di comportamento più oculate ed attente. Le avventure comunque non mancano e soprattutto nella seconda parte del romanzo si susseguono i colpi di scena inaspettati e avvincenti. Poi Dumas si concede una critica più pungente contro il desiderio del potere fine a se stesso, che condizione e degrada la vita sociale ed affettiva. I personaggi storici qui ne escono piuttosto malconci, come Anna d?Austria o il Cardinale Mazzarino!!. Lo stile è perfetto, incalzante, spesso avvincente!!
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