Terre rare

Storia divisa in due momenti: il primo molto coinvolgente, divertente, lettura scorrevole, piacevolissimo. Verso pag. 200 comincio a non appassionarmi più di tanto, Paladini divaga troppo, sembra un'altra storia. Messaggi di fondo molto profondi, però non lo consiglio. Al di sotto di Caos calmo e Il Colibrì.

Come affrontare la vita dopo innumerevoli tragedie! Sforzarsi e non mollare la presa

Questo ritorno di Veronesi e del protagonista di Caos Calmo – Pietro Paladini merita attenzione. La prima parte “Un giorno disumano” merita 3 stelle, la seconda “Terre Rare” ne merita 4, ma gli ultimi capitoli che sciolgono i nodi tra padre e figlia, e tra Pietro e Marta (sorella della moglie defunta) sono davvero molto belli e portano all’arrotondamento della valutazione finale ad un bel 4 stelle. Finalmente un buon romanzo, dopo tante recenti letture deludenti! Ben scritto, ben strutturato con ritmo e umorismo. Tra l’altro con le caratteristiche di una sceneggiatura già pronta per il film che, certamente, ne verrà tratto. La trama è apparentemente semplice: Pietro Paladini, trasferitosi a Roma, si trova nell’arco di un giorno a perdere tutto (lavoro, patente, socio e figlia) ed è costretto ad inventarsi quasi una nuova identità. E questa è la chiave di volta, il vero nucleo del romanzo. La trama, in fondo è solo (si fa per dire) un ottimo pretesto per affrontare il problema del disagio di vivere una identità che sentiamo non appartenerci più e per ricercare la vera nostra natura. Come le “terre rare” che sono (brano tratto dal dialogo con la figlia Claudia a pag. 378): “…Le ho detto che le terre rare (si chiamano così perché la loro concentrazione nei minerali è molto bassa e perché la loro estrazione è preziosa e complicata) mi interessavano perché la loro estrazione comporta la distruzione dei minerali che le contengono. Abbiamo un cristallo di monazite, le ho detto, che in sé non è raro ma contiene una terra rara che si chiama disprosio. In greco, le ho detto, monazite significa “essere solitario” e disprosio significa “difficile arrivarci” (fonte Wikipedia). Perciò, le ho detto, si parte da un essere solitario, che di per sé è abbastanza comune, per ottenere qualcosa invece di raro e difficile da raggiungere; be’ per ottenere questa rarità l’essere solitario viene distrutto, in quanto i procedimenti di estrazione delle terre rare comportano l’eliminazione di tutte le altre componenti mediante acidi o altre sostanze molto aggressive. Perciò quando si arriva ad avere la cosa più difficile da raggiungere, l’essere solitario non c’è più. E questa, le ho detto, è più o meno la stessa cosa che accade anche alle persone quando passano attraverso un’esperienza che rende unica la loro vita, come l’amore, o l’arte, o la terapia, o, immagino, la fede. Ecco perché mi interessano le terre rare, le ho detto: perché mi insegnano che se voglio arrivare a una cosa difficile da raggiungere devo distruggere l’essere solitario che la contiene.”. Terre Rare rappresenta quindi sia una piacevole lettura che appassiona per tutte le vicissitudini di Pietro (interessanti alcuni personaggi come Mauro) sia, soprattutto, una sorta riflessione di tipo quasi filosofico sul sé.