Questo libro ha cambiato la traiettoria della mia vita
Quaderno proibito
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Pubblicato a puntate tra il 1950 e il 1951, e un anno dopo in volume, Quaderno proibito è considerato il capolavoro di Alba de Céspedes, un libro che è testimonianza storica di un'epoca e tributo a una generazione pre-femminista decisiva per tutte le rivoluzioni successive; ma soprattutto una magistrale prova letteraria capace di svelare l'identità, frammentata e mutevole, dell'essere umano.
«Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto»: con queste parole inizia il suo diario Valeria Cossati, la protagonista di questo romanzo, una donna della classe media nell'Italia degli anni Cinquanta. Poco più di quarant'anni, due figli grandi, un marito disattento, un lavoro d'ufficio che svolge senza apparente passione, Valeria è assorbita dal ritmo "naturale" della quotidianità piccolo-borghese, schiacciata, senza quasi rendersene conto, tra i suoi ruoli di moglie, madre, impiegata. Un giorno però, colta da un impulso che a lei stessa appare irragionevole e inspiegabile, acquista un taccuino su cui comincia ad annotare fatti minuti e riflessioni. Nello spazio "proibito" della scrittura, Valeria scopre i conflitti sotterranei che pervadono la sua esistenza, le aspirazioni frustrate, i risentimenti nascosti; dà voce a una vita interiore da anni sopita, esprime una propria individualità, una precisa coscienza rivelata dai gesti e dai pensieri della vita quotidiana.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2022
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Desiree 11 luglio 2025Fantastico
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ari 09 luglio 2025
Quaderno proibito si è rivelato un testo inestimabile, grazie alla sua grande attualità, il che è incredibile se si pensa che ormai è stato pubblicato per la prima volta più di settant’anni fa. È vero, ci offre uno spaccato di una famiglia italiana negli anni Cinquanta, e i rapporti intrafamiliari sono cambiati da allora (sia socialmente che giuridicamente), però è indubitabile che il prototipo di famiglia che viene descritta, con un padre capofamiglia decisore ultimo delle questioni familiari e una madre oberata di tutte le incombenze dell’economia domestica, abbia ancora oggi i suoi retaggi. Oltre a ciò, più in generale, continuano a essere immanenti nella nostra società due tipologie di conflitti largamente trattati dal romanzo, uno “esteriore”, quello generazionale, che nella vicenda interessa soprattutto tre generazioni di donne, la protagonista Valeria, sua madre e sua figlia Mirella, e uno “interiore”, quello tra ciò che dobbiamo (o sentiamo di dover) essere perché ce lo impongono le convenzioni sociali e ciò che invece vogliamo essere. Queste tematiche emergono dalle pagine incarnate da personaggi vivi, tutti molto riusciti e approfonditi. Quelli che mi hanno più colpita sono i genitori, Valeria e Michele, i personaggi più contraddittori e “ipocriti” della storia, non in senso cattivo, ma perché si trovano a metà tra due generazioni, due modi di essere e di vivere completamente diversi: sono ancorati al passato, perché è così che sono cresciuti, ma attraverso i figli (più Mirella di Riccardo, in realtà) ogni giorno sentono che le loro tradizioni si stanno svuotando di significato. Michele, da un lato, si adopera reinventandosi dal punto di vista della carriera e accetta, anzi, ammira il fatto che altre donne (rigorosamente non sposate) possano essere indipendenti, ma dall’altro continua ad aspettarsi che la moglie Valeria si annulli come donna per adempiere a dei ruoli nella famiglia che sembrano scolpiti nella pietra dalla natura. Valeria, invece, è in continuo contrasto con la figlia, ma in fondo non è così diversa da lei: anche lei vuole solo cercare uno spazio tutto per sé (spazio che trova nel quaderno, che la salva e la atterrisce al tempo stesso) e fuggire dalla parte che le convenzioni vorrebbero recitasse, smettendo di fingere ogni giorno. Ecco, questi sono solo alcuni pensieri sparsi (un po’ come quelli di Valeria nel romanzo/diario che Alba de Céspedes ha costruito) che non esauriscono affatto ciò che Quaderno proibito ha da raccontare. Per scoprirlo, non resta che leggerlo.
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Elena 10 giugno 2025Vorrei, ma non posso. O forse, si!
“Quaderno proibito” perché proibito? Perché in quel momento non può essere venduto, perché scrivendolo, la protagonista scopre un lato di se stessa che la società non può accettare. Le figure femminile del romanzo sono figure opposte, ma entrambe importanti. Valeria, la madre legata al suo ruolo subordinato di: donna, moglie e mamma. Mirella, la figlia, si ribella alla figura rappresentata dalla madre, rompe gli schemi alla ricerca della sua libertà. Valeria scrive ogni giorno ciò che le accade ed in questo modo lo analizza, lo studia e lo interpreta e lo vede in una nuova luce; ha quarantaquattro anni ed è già considerata vecchia, la sua vita non ha più nulla da darle. È vero? No! nei suoi scritti rivendica il suo diritto a: vivere, amare, essere compresa e accettata. I dialoghi tra Valeria e Mirella sono bellissimi, molto significativi, rappresentano il conflitto tra una società che relega la donna in una posizione di inferiorità, di subordine e la voglia di riscatto e di appagamento personale della nuova figura femminile. Le due figure maschili di Michele, il marito, e Riccardo, il figlio, mostrano una grande fragilità e, nella loro convinzione di essere superiori e migliori, in quanto uomini,mostrano la loro pochezza.
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