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Anno edizione: 2016
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Vincitore del Man Booker Prize 1989
Un viaggio nella tranquilla campagna inglese si risolve in un inquietante e inaspettato viaggio dentro se stessi.
La prima settimana di libertà dell'irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l'esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, cosí tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge di aver vissuto come un soldato nell'adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo? Da questo straordinario romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
Non mi aspettavo nulla perché è stato il primo di Ishiguro, ma non è stato male. Va preso a piccole dosi, non uno di quei libri che si divorano, a mio parere. Un po' fastidiosa ogni tanto questa mania dell'autore di inseguire il modello inglese. Comunque è scritto bene.
Un maggiordomo inglese, che sembra vivere solo per il suo ruolo ed identificarsi in esso, riguarda alla sua vita passata al servizio del suo padrone e alle lunghe giornate accanto alla giovane e forte governante della casa. Una storia introspettiva, dove la storia del protagonista si intreccia con quella di un periodo storico complicato e con come cornice la meravigliosa campagna inglese. Il ritmo è lento, come si addice a un romanzo che non vuole semplicemente raccontare una storia, ma coinvolgere il lettore in un'altra epoca. Narrazione squisita.
Questo romanzo è scritto in prima persona e la voce narrante è quella di un anziano maggiordomo inglese di alta rappresentanza, Mr Stevens, che si trova a fare un viaggio in auto lungo la campagna inglese. Un viaggio che è spunto per riflettere sulla propria vita e ciò che di questa rimane dopo che si è scelto di vivere solo per il proprio lavoro e per la dignità che ne è derivata, sacrificando affetti e libertà. Lungo il viaggio Stevens prende coscienza del fatto che il passato non si può cambiare, ma che si può comunque rendere al meglio “quel che resta del giorno”, il tempo ancora disponibile. Ho trovato alcuni tratti della narrazione eccessivamente ridondanti e per questo mi sono un po’ pesati, ma nel complesso ho comunque apprezzato questo romanzo, indubbiamente amaro ma altrettanto delicato e tenero nel finale. “Forse allora c'è qualcosa di giusto in quel suo consiglio, che dovrei smettere di guardare indietro così a lungo, per adottare una prospettiva più positiva e cercare di fare del mio meglio con quel che resta del mio giorno”.
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