Nel libro, che è composto da frammenti di sue pubblicazioni su giornali, la Fallaci ci dice la sua su ciò che è stato uno dei più gravi attacchi terroristici del XXI secolo, difendendo le sue idee adottate nella sua fase finale di attività intellettuale.
La rabbia e l'orgoglio
Con "La rabbia e l'orgoglio" (2001), Oriana Fallaci rompe un silenzio durato dieci anni, dalla pubblicazione di "Insciallah", epico romanzo sulla missione occidentale di pace nella Beirut dilaniata dallo scontro tra cristiani e musulmani e dalle faide con Israele. Dieci anni in cui la Fallaci sceglie di vivere ritirata nella sua casa newyorchese, come in esilio, a combattere il cancro. Ma non smette mai di lavorare al testo narrativo dedicato alla sua famiglia, quello che lei chiama "il-mio-bambino", pubblicato postumo nel 2008, "Un cappello pieno di ciliege". L'undici settembre le impone di tornare con furia alla macchina da scrivere per dar voce a quelle idee che ha sempre coltivato nelle interviste, nei reportage, nei romanzi, ma che ha poi "imprigionato dentro il cuore e dentro il cervello" dicendosi "tanto-la-gente-non-vuole-ascoltare". Il risultato è un articolo sul "Corriere della Sera" del 29 settembre 2001, un sermone lo definisce lei stessa, accolto con enorme clamore in Italia e all'estero. Esce in forma di libro nella versione originaria e integrale, preceduto da una prefazione in cui la Fallaci affronta alle radici la questione del terrorismo islamico e parla di sé, del suo isolamento, delle sue scelte rigorose e spietate. La risposta è esplosiva, le polemiche feroci. Mentre i critici si dividono, l'adesione dei lettori, in tutto il mondo, è unanime di fronte alla passione che anima queste pagine. Prefazione di Ferruccio De Bortoli.
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Baby 31 gennaio 2025Unica
Come sempre scrive quello che pensa
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Anna 29 dicembre 2024Bruciante di passione
Aldilà di ogni posizione politica. Aldilà di ogni credo o religione. Cancellata ogni ideologia possibile. Smantelatta tutta la retorica dei pro e dei contro. Aldilà di tutto resta un piccolo (o forse grande se consideriamo la sua eco) capolavoro di passione. C'è la voce di una donna addolorata, delusa e spaventata. E questo miscuglio di sentimenti si aggroviglia su se stesso e infiammano una rabbia che non è pronta a placarsi. A fare da controlatare c'è un orgoglio indomabile, che nessuna minaccia e nessuna tirannia riesce a scalfire. L'orgoglio per una libertà e per una dignità e per una cultura umana conquistata con il sangue e con il dolore. E cosa succede se tutto questo appare all'improvviso minacciato quando si è sul tramonto della vita? Si grida, si urla. Si tenta disperatamente di scuotere le coscienze nel tentativo di difendere quello che "ci siamo bene o male conquistati". Uno dei libri più brucianti e umani della Storia.
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