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Anno edizione: 2022
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Libro vincitore del Premio Campiello 2023La storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il piú importante. Benedetta Tobagi la ricostruisce facendo ricorso a tutti i suoi talenti: quello di storica, di intellettuale civile, di scrittrice.
«Rompere con clamore o resistere in silenzio nel quotidiano. Tuffarsi al centro del campo di battaglia o restare ai margini - parete, pilastro, confine, protezione; grembo e custode del dolore degli altri. O entrambe le cose? Invisibile o sfrontata, mani impeccabili o spellate, sporche d'inchiostro o di farina, mitra in spalla o in casa a dar di pedale sulla macchina da cucire. In quanti modi puoi lottare?»
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Ci sono pagine di storia mai scritte, in ogni tempo, in ogni epoca, sono le storie delle donne nella Storia che anche quando questa l'hanno fatta da protagoniste vengono volontariamente taciute, rinnegate e dimenticate. Tra le file dei partigiani, durante la resistenza, c'erano numerose donne, di ogni luogo d'Italia, di diversa estrazione sociale, con variegati livelli di istruzione ed esperienza di vita. Durante quegli anni hanno messo a repentaglio la propria vita e molto spesso una cosa altrettanto importante, la propria reputazione, andando a vivere tra i monti in promiscuità. Hanno perso la vita, hanno combattuto con le armi in mano, si sono dovute fare strade anche tra i compagni che spesso, in quanto uomini figli del proprio tempo, non riuscivano a tollerare certa intraprendenza, certa forza, certa intelligenza, certa capacità di fare strategie. In bici come staffette o con il fucile in mano, come massaie ospitali e in mille altri modi hanno sperimentato una libertà mai vista prima, una libertà pericolosa e inebriante, si sono sentite in grado di cose mai pensate, si sono scoperte fatte di coraggio e ambizione. Dopo tutto questo, dopo la paura e il sangue, dopo le carcerazioni e le torture sono arrivate la delusione, l'umiliazione, la frustrazione gettate loro addosso dai compagni, dalla popolazione, dallo Stato, dagli storici e dalle altre donne. Studiare la storia, studiare la storia delle donne è doveroso e imprescindibile per poter rendere onore e giustizia a chi ci ha permesso di ottenere ciò che abbiamo ottenuto e che non è mai scontato.
Bellissimo libro documentario per una visione generale, molte citazioni, molti dettagli, bellissime immagini! Un libro diverso dal solito, preziosissimo
Sono state almeno settantamila le donne che hanno partecipato, in diversi ruoli, alla Resistenza; benché il numero sembri elevato, non è gran cosa se rapportato alla popolazione femminile dell’epoca, ma, come rilevato nel saggio di Benedetta Tobagi intitolato La Resistenza delle donne, queste furono senz’altro di più se vi si ricomprendono le centinaia di migliaia che nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione d’armistizio dell’8 settembre 1943 si adoperarono, spesso con grave rischio per la loro vita, a soccorrere i nostri soldati fuggiaschi, fornendo loro gli indispensabili abiti civili. Quest’ultimo fenomeno è quasi sempre trascurato, ma è di notevole importanza, perché in tal modo molti nostri militari evitarono la cattura e la deportazione, andando poi spesso a ingrossare le file dei partigiani; c’è da rilevare, inoltre, che fu un comportamento spontaneo, che non vi fu nulla di organizzato, dato tanto più rilevante ove si consideri che l’Italia era già stremata dalla guerra e che le donne italiane erano più condizionate degli uomini nell’assumere decisioni, e non solo per l’indottrinamento fascista, ma anche per una radicata convinzione di subalternità, frutto di una mentalità maschilista e di una visione ecclesiastica tendenti a ritenere la femmina inferiore al maschio. Di libri che spiegano il fenomeno della Resistenza, le sue origini, le sue caratteristiche con rigore scientifico non ce ne sono molti e quindi non si può che plaudire a questo saggio della Tobagi anche se è limitato alla figura femminile, che però fu di non poca importanza. La maggior parte delle donne svolgevano il lavoro di staffetta, portavano giornali antifascisti, opuscoli, armi, munizioni, esplosivi, passando per i posti di blocco e non poche furono scoperte, arrestate, sottoposte a sevizie, fucilate oppure inviate nei lager in Germania. L’opera è meritevole di lettura e in questo senso penso che il riconoscimento che ha avuto con il Premio Campiello 2023 sia meritato.
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