Tolstoj con Resurrezione si spinge oltre la sua stessa idea di letteratura, trasformandola in un’arma morale, una sorta di processo in cui l’umanità intera è imputata. La storia ruota attorno al protagonista, un aristocratico travolto dal senso di colpa quando scopre che fine abbia fatto la ragazza che un tempo aveva sedotto e abbandonato, ma soprattutto il suo ruolo nel processo in cui ella viene condannata ingiustamente a lavori forzati. Questo evento lo costringe a una lenta e dolorosa presa di coscienza: l’uomo che credeva di essere e quello che è diventato sono due entità opposte, divise dal privilegio, dall’indifferenza e da un intero sistema sociale ingiusto e corrotto. Ciò che colpisce è come Tolstoj usi il viaggio di Nechljudov non solo come redenzione personale, ma come denuncia di un sistema giudiziario e carcerario disumano. Ogni pagina è una critica feroce alla società russa dell’epoca, con un realismo che sfiora il documentario: prigioni sovraffollate, burocrati ottusi, nobili ipocriti. Ma la vera grandezza del romanzo sta nel mostrare come questa realtà sia solo lo specchio di una colpa più profonda, quella di un’umanità che si è smarrita nel proprio egoismo. Il protagonista non è un eroe e Maslova, d’altro canto, non è la vittima innocente che un classico romanzo di redenzione vorrebbe: indurita dalla vita, dalla miseria e dall’ingiustizia, guarda con distacco e amarezza il tentativo di Nechljudov di salvarla e non accetta il matrimonio riparativo. Tuttavia, è impossibile non riconoscere la potenza e l’urgenza del messaggio: Resurrezione è un libro che parla di giustizia ingiusta, di come il tempo cambi le cose, che ci si possa impegnare per recuperare e diventare persone migliori, ma anche che non tutto è riparabile.
Resurrezione
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Ultimo dei tre grandi romanzi di Tolstoj dopo «Guerra e pace» e «Anna Karénina», «Resurrezione» è la storia di Katjuša e Nechljudov e della loro rinascita. Nechljudov, giurato al processo per omicidio dove viene condannata la donna da lui un tempo sedotta e abbandonata, la giovane prostituta Katjuša, si rende conto di aver avuto un’enorme responsabilità sulla sorte infelice della ragazza. Divorato dal rimorso, abbandona la sua vita di agi per seguirla nei lavori forzati in Siberia. Alla vicenda dei due giovani, con il finale riaffacciarsi a una nuova vita e la ritrovata dignità, si affianca quella di una folla di personaggi "umiliati e offesi". Tolstoj si fa portavoce degli ultimi, i contadini inurbati e i carcerati, povera gente vittima di ogni genere di soprusi, e raggiunge col suo profondo esame dei sentimenti umani quel "modo moderno di vedere le cose" che si era prefisso.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2003
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ely 18 febbraio 2025Un libro di giustizia ingiusta
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letygiampi 16 febbraio 2025
un libro che fa riflettere anche a distanza di tempo
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Elpìs 02 gennaio 2025Una sorpresa
Non mi sarei mai aspettata da Tolstoj una scrittura simile. Temi ancora, aimè, attuabili alla società odierna. Da leggere assolutamente per gli amanti della letteratura russa.
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