La giovanissima autrice scomparsa prematuramente a soli 34 anni in seguito ad un intervento chirurgico, ha intessuto una storia pazzesca, scritta davvero benissimo, a tal punto che spesso dimenticavo di trovarmi a casa, sul mio letto a leggere, pensando di trovarmi invece veramente nella sua modestissima casa a Lambeth o nella legatoria Damage, dove suo marito, Peter, prima di ammalarsi irreversibilmente di artrite che lo costringerà ad allontanarsi definitivamente dal lavoro, si occupava di rilegare libri. La storia, ambientata nella Londra del XIX secolo, affascina e attrae a sé come una calamita sia per l’attività del rilegare libri decisamente particolari e assolutamente proibiti per l’età vittoriana e che nessuno eccetto la nobiltà aristocratica poteva permettersi, ma essenzialmente per la forza, la determinazione e la tenacia di Dora nel momento in cui si trova costretta a prendere le redini della sua vita e di quella della sua bambina in mano se non vuole vedersi costretta ad andare a vivere per strada, senza neanche più un soldo in tasca. Ammetto che durante tutta la lettura del romanzo non mi ha mai abbandonato una sensazione bruttissima di inquietudine, in parte per via della lotta quotidiana di questa donna dallo spirito indipendente e libero che infradicia le pagine di questo libro come se ci fosse caduto sopra un bicchiere d’acqua, e in parte proprio per via di un certo tipo di violenza e di contenuti piuttosto crudi tanto da farmi rizzare i capelli sulla nuca, ma sebbene non rientri nei miei generi preferiti, ne consiglio tanto la lettura.
È il 1859 a Londra, e sir Jocelyn Knightley coltiva il sogno di liberare la società dalle "pastoie del ritegno" e della morale, collezionando i libri che i puritani dell'epoca vorrebbero bruciare tra le fiamme dell'inferno: il Decamerone, il Satyricon di Petronio, l'Ars Amatoria di Ovidio... A rilegare quei libri con preziose pelli e fodere scarlatte è, in barba a tutte le leggi della corporazione dei legatori che vietano il lavoro alle donne, Dora Damage, la giovane moglie di Peter Damage. Le sue originali rilegature, così morbide e seducenti, suscitano l'entusiasmo di sir Knightley, della filantropica e ambigua Lady Sylvia e della cerchia dei suoi amici: i "Sauvages Nobles". Ma non finisce forse puntualmente nei guai chi entra in una "società del vizio"? Romanzo storico, che ci restituisce impeccabilmente i conflitti di sesso, razza e classe dell'età vittoriana. "La rilegatrice dei libri proibiti" ci offre, con Dora Damage, un'eroina moderna che non esita a infrangere le regole e i tabù della Londra del XIX secolo, la città più grande del mondo, in cui gli ideali più nobili si accompagnano alle miserie più sordide.
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Federica 02 marzo 2025Da leggere assolutamente
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LakesMeadow 16 marzo 2022
La prima metà del libro è decisamente la migliore, con il suo affresco dei sobborghi londinesi di metà Ottocento e la precaria esistenza della famiglia della protagonista. La seconda parte scade sensibilmente verso un romanzetto rosa piccante. La scrittura, infine, è discreta ma noiosa, incapace di dare vita alle persone, ai luoghi e ai mestieri descritti.
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L'autrice è bravissima nel descrivere la Londra di quel periodo. Una Londra sporca, tetra e peccaminosa. La trama tratta il tema l'emancipazione femminile in un'epoca dove le donne non avevano alcun valore. Dora infatti, un po’ per necessità e un po’ perché prende coscienza delle proprie capacità, si dedica alla rilegatura di libri, lavoro unicamente maschile. Da qui inizia una sorta di giallo dove non mancano i colpi di scena. Così passando attraverso libri proibiti, nobili corrotti, dame viziose e una coinvolgente passione per un uomo di colore, Dora ci racconta in prima persona tutta la sua storia. Ed è proprio l'uso della prima persona che rende tutto particolarmente intimo.
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