Sacro inverno 20/21
Intrecciando lettere d'amore settecentesche e diari di viaggio, versi di poeti classici cinesi in traduzione d'autore e naturalmente la grande poesia russa del Novecento e i versi ovidiani dei Tristia e delle Heroides, Stepanova evoca un tempo congelato che lentamente si scioglie.
Lo scoppio della pandemia nel marzo 2020 ha obbligato Marija Stepanova a rientrare in Russia, dove ha trascorso i mesi seguenti in uno stato di torpore, nel quale il mondo era rarefatto e il tempo come intorpidito. Questa situazione sospesa si è infranta grazie alla lettura di Ovidio, trasformandosi nelle voci e nelle metafore di un'esperienza epocale, in motivi che probabilmente erano in attesa da tempo e non aspettavano che di trovarsi. Stepanova è riuscita a trasformare cataclismi – storici e contemporanei – in una trama delicatissima e iridescente di ritmi e rimandi, in un poema che, composto in un impeto di ispirazione poetica, parla di inverno e di guerra, di messa al bando ed esilio, di isolamento sociale e abbandono esistenziale.
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Anno edizione:2024
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