La Santuzza è una rosa - Giuseppina Torregrossa - copertina
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Letteratura: Italia
La Santuzza è una rosa
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Descrizione

A 400 anni circa dalla peste del 1624, un romanzo vivacissimo e pieno di ironia, dove Palermo diventa il centro di macchinazioni ordite da Nord a Sud, da Anversa a Roma, e dove si mescolano spiritualità, peste, potere, politica. E l’arte di Van Dyck, Rubens e Sofonisba Anguissola.

«Un romanzo ricco di ironia nel quale Palermo è il baricentro di macchinazioni ordite da Anversa a Roma.» - la Repubblica


Palermo, 1600. Viciuzza vive in condizioni di grande miseria: non ha una madre che le voglia bene, e se nel piatto le arriva qualche fava per farci una purea è per grazia ricevuta. Ma non c’è privazione che possa intaccare il suo candore, e questo le è valso il soprannome di Babbasuna. Per sua fortuna, a farle da angelo custode ci pensa l’amica Rosalia, che in realtà è l’incarnazione dell’omonima Santa amata dal popolo, dai capelli d’oro e un dolce profumo di rose. Tra le due ragazze nascerà un’amicizia inossidabile, che le accompagnerà lungo i terribili anni della peste palermitana. Attorno a loro si muovono figure eccentriche e irresistibili, come le suore Mano destra e Mano sinistra, infaticabili aiutanti di padre Cascini, impegnato nell’”ideuzza” di ricollegare la genealogia di Santa Rosalia a Carlo Magno con l’aiuto del pittore fiammingo Van Dyck; o come la pittrice Sofonisba Anguissola, che accoglie nel suo studio Viciuzza e la trasforma in una donna fatta e finita.

Dettagli

29 aprile 2025
240 p., Brossura
9788807950018

Valutazioni e recensioni

  • Manu95
    W Santa Rosalia

    La storia romanzata di come santa Rosalia sia diventata la lattina di Palermo. Un libro che parla di amicizia, fede e traduzione.

  • FabPet
    Non la solita Torregrossa

    Storia della beatificazione di Santa Rosalia e della sua elevazione a patrona di Palermo. Interessante dal punto di vista storico, ma non di facile lettura specie nella prima parte, un po’ confusa nella esposizione di personaggi e luoghi e situazioni. L’interesse cresce nella seconda parte che descrive molto bene lo scenario storico. La conclusione in un paio di brevi capitoli (dei quali l’ultimo essenzialmente descrittivo della processione) è davvero frettolosa. Questa scrittrice sa fare e ha fatto cose migliori.

  • Lo
    amicizia

    Il romanzo nasce da un viaggio dell’autrice a New York dove scopre che al Metropolitan è esposto un quadro di Anton Van Dick " Santa Rosalia che intercede per la fine della peste". Nel racconto sono molteplici i fatti storici, il Regno di Sicilia è dominato dagli spagnoli, la Riforma protestante si espandeva dalla Germania e nel 1625 la peste che mette in ginocchio Palermo. Nel 1614, Viciuzza soprannominata “Babbasuna” una sera incontra nei vicoli di Palermo una sua coetanea, Rosalia, la Santuzza dal profumo di rosa e con la quale intraprende una intensa amicizia. Nel frattempo nel gesuita Don Cascini cresceva sempre più l’idea di promuovere Rosalia come patrona della città anche se ce ne erano ben quattro. Viciuzza, di madre prostituta e padre sconosciuto una sera subisce uno stupro e sarà proprio Rosalia ad aiutarla nel far nascere la figlia Liuzza. Cacciata di casa dalla madre e solo con l’aiuto di padre Cascini dal Convento delle Repentite viene sistemata nella casa della pittrice Sofonisba Anguissola. E’ sempre lui che nel corso dei suoi viaggi in Europa conosce Rubens ed il suo allievo Anton Van Dick che invita a Palermo con la scusa di fare un ritratto al vicerè Emanuele Filiberto ma con l’intenzione di ordinargli un quadro con l’effigie di Santa Rosalia. In questo romanzo troviamo sperse, zitelle, signore e serve che marciano e sodalizzano tra di loro in una unica voce “Rosalia, Rosalia, libertà e santità” ed una Rosalia libera e che ha vissuto come voleva. L’autrice nella postfazione dice <<…. se vi è piaciuto il racconto, allora è merito di Santa Rosalia; se al contrario vi siete annoiati, allora è colpa delle circostanze avverse>>.

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Foto di Giuseppina Torregrossa

Giuseppina Torregrossa

1966, Palermo

Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent'anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno.Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L'assaggiatrice e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima "Donne e teatro" di Roma. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il conto delle minne (Mondadori 2009), tradotto in dieci lingue, Manna e miele, Ferro e fuoco (Mondadori 2011), Panza e prisenza (Mondadori 2013), La miscela segreta di casa Olivares (Mondadori 2014), ll figlio maschio (Rizzoli 2015), Cortile nostalgia (Rizzoli 2017), Il basilico di Palazzo Galletti (Mondadori 2018), Il sanguinaccio dell'immacolata (Mondadori 2019), Al contrario...

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