Italiani, da popolo di emigranti anche a volte disprezzato dai "padroni di casa" a popolo di "padroni di casa" che ripete, decenni dopo, gli stessi errori con la stessa ignorante arroganza. Scene di vita quotidiana che spiegano in piccolo problemi ben maggiori e di portata planetaria, come l'immigrazione, le sue cause e le reazioni a questa. Il tutto in maniera quasi leggera, sempre divertente, in modo da specchiare fedelmente e, nel farci indignare, riconoscerci a volte. Da leggere assolutamente.
Una sapiente miscela di satira di costume e romanzo giallo imperniato su una scoppiettante polifonia dialettale di gaddiana memoria (il Pasticciaccio sta sullo sfondo segreto della scena come un nume tutelare), la piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio sorprende per la verità e la precisione dell'analisi antropologica, il brio e l'apparente leggerezza del racconto. A partire dall'omicidio di un losco personaggio soprannominato "il Gladiatore", si snoda un'indagine che ci consente di penetrare nell'universo del più multietnico dei quartieri di Roma: piazza Vittorio. L'autore, algerino di nascita e romano d'adozione, aveva pubblicato questo romanzo in Algeria con il titolo "Come farsi allattare dalla lupa senza che ti morda", riscrivendolo poi in italiano con l'attuale titolo.
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Anno edizione:2006
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Uno di quei libri che si legge velocemente, ma che tende a soffermarsi nella mente. Scontri di civiltà che nascono da incontri in un reale quotidiano. Incontri vissuti che generano scontri perché rielaborati attraverso gli occhi di culture diverse. Alla fine ci si ferma a pensare su quanti scontri potrebbero essere evitati se si smettesse di pensare all'ombra del proprio ego e si cominciasse a guardare all'altro come uomo e non come straniero.
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CIRO GIORDANO 23 agosto 2010
Tutto parte da una danza macabra attorno al cadavere del "Gladiatore", energumeno neofascista che viene ritrovato morto in un ascensore di un palazzo di Piazza Vittorio. Amara Lakhous è molto abile a costruire un finto giallo che cela in realtà un romanzo che analizza quasi come un saggio il razzismo, la diversità, il pregiudizio, la percezione dell'altro, del diverso. La ricerca dell'assassino è un pretesto che il lettore quasi dimentica del tutto, assorto dalle spiegazioni e dagli alibi che ciascun personaggio fornisce dell'accaduto. Ogni inquilino fornisce la propria versione dei fatti ed indica il proprio sospetto. Tesi che si fondano esclusivamente su preconcetti grossolani, talvolta razzisti.Il libro è molto scorrevole e dalla lettura piacevole. Lakhous riesce a dipingere con precisione i diversi personaggi, cogliendone le sfumature e i colori che le varie provenienze imprimono loro. Si legge come un libretto esile, estivo ma comunque denso, originale e profondo.Un libro da godere e per riflettere. Lo leggerete in due ore ma lo porterete con voi a lungo.
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