Si fa fatica a parlare di lettura e non invece - come ritengo più appropriato - di percorso. Vorrei proprio soffermarmi sul concetto di percorso. Queste pagine più che libro in sé appaiono come una ideale bibliografia minima sui temi della malinconia, nostalgia, erotismo e se mi si vuole anche psicologia. Si passa vorticosamente dai Botticelli, Bellini, Pinturicchio a Freud, Thomas Mann, Garcia Lorca, Chopin, Beethoven e Bach. Quel che a prima vista colpisce è la logicità aristotelica con la quale Scalfari è riuscito a collegare potere, erotismo, desiderio. E come ha saputo altrettanto visceralmente mettere in chiaro le differenze tra nostalgia, malinconia e tristezza. È in quest’ottica che l’ausilio di illustri compositori è stato assolutamente geniale e strumentalmente utile al lettore. Non è secondario ma anzi necessario ascoltare per davvero la sonata 32 op.111 di Beethoven mentre si legge uno degli ultimi capitoli; è veramente una esperienza da fare quella di spegnere la luce e lasciarsi pervadere dai Preludi di Chopin. Altrimenti non avrebbe senso alcuno leggere questo testo. I libri vanno vissuti: quando si legge la Sonata Kreutzer di Tolstoj, bisogna contemporaneamente ascoltare l’opera beethoveniana. Rientrando nel seminato, ripensando anche al viaggio letterario del libro precedente (per l'alto mare aperto), mi è venuta alla mente un’altra analogia: unitamente al percorso là squisitamente letterario qua più eterogeneo, ho pensato al titolo: in entrambi i casi una citazione. Ulisse (Dante) là, Saffo qua. E allora subito il pensiero guarda alla hybris e indirettamente a quel consiglio che l'autore più o meno tacitamente offre: “Vivetela bene la vostra piccola vita”. Quando allora si termina la lettura dei questo libro è impossibile non ritrovarsi mutati. Mutati (migliorati) intellettualmente ma anche, sebbene in parte minore, proprio in quell’ego che così accuratamente qui si prova di analizzare, trovando poi maggiori riferimenti al freudiano Superego. Assolutamente da leggere.
"Vivetela bene la vostra piccola vita perché è la sola e quindi immensa ricchezza di cui disponete. Non dilapidatela, non difendetela con avarizia, non gettatela via oltre l'ostacolo. Vivetela con intensa passione, con speranza e allegria". "Scuote l'anima mia Eros" nasce cosi, dalla passione, sotto il segno di una mercurialità creativa che rincorre l'intensità folgorante e variabile dei pensieri. Eugenio Scalfari ha sempre cercato di farsi attraversare dalla luce della razionalità, senza tuttavia nascondersi che la conoscenza e il sapere hanno il loro fondo oscuro nella malinconia ("Io sono stato un mercuriale che sognava d'essere un saturnino"). Oggi sente di aver raggiunto quello spazio immobile, quel tempo sospeso che gli permette di accogliere dentro di sé le cose del mondo "invece di invaderle e possederle". Sa di potersi abbandonare liberamente alla propria vita emotiva senza rischiare di cedere alla tristezza e alla solitudine: la malinconia sarà pure un bagno di luce crepuscolare che accompagna ogni percezione, ma è anche una consolazione dell'esistenza che può permettersi solo chi ha vissuto e vive ogni momento "con intensa passione, con speranza e allegria".
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
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LUCA GAMBERINI 19 giugno 2011
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