"Si vive solo due volte" (1964) riprende esattamente nove mesi dopo la conclusione del precedente libro, ovvero dopo l'assassinio dell'amata moglie Tracy per mano della SPECTRE. Soprattutto per questa ragione James Bond non è più l'agente segreto duro e audace degli inizi. Il processo di trasformazione cui l'ha sottoposto Ian Fleming attraverso ben dieci romanzi ha portato il personaggio a una notevole maturazione, svelandone il lato più umano e fragile, addirittura fallibile: colui che un tempo era la migliore spia britannica, adesso sembra incapace perfino di portare a termine il più semplice degli incarichi, commette errori, ha il morale a terra ed è pronto a consegnare le dimissioni. Un'ultima chance si presenta quando M gli prospetta una "missione impossibile" nella terra del Sol Levante. Dall'esito di questa operazione dipendono sia le sorti della Guerra Fredda sia il suo futuro di spia. Il libro è diviso in due parti, una cesura che fa riferimento alle due vite di cui si legge nel titolo. Quest'ultimo è un estratto di un haiku che Fleming riporta in epigrafe al libro attribuendone l'ispirazione a Basho (1644-1694), un poeta itinerante giapponese versato nella composizione degli haiku. Il componimento in diciassette sillabe in questione viene ideato dallo stesso Bond, e integralmente recita così: "Si vive solo due volte: / una quando si nasce, / l'altra quando si guarda la morte in faccia". Adesso che pure James si mette a poetare tutte le sue debolezze sono finalmente messe a nudo in questo romanzo che non è un altro spy thriller come tanti, ma una variazione sul tema. Ian Fleming regala perciò al lettore un finale agrodolce e bellissimo che è anche la degna conclusione di tutta la saga...
Si vive solo due volte
Fra geishe, fiumi di sakè e misteriosi «castelli della morte», il romanzo che chiude la «trilogia della spectre» – e che rivela un James Bond più umano che mai.
«In Occidente, quando si tratta di segreti, chiudete tutte le porte e le finestre. In Giappone le spalanchiamo, per essere sicuri che nessuno ascolti dietro le pareti sottili. E ciò di cui sto per parlarti è una questione della massima segretezza. Il sakè è abbastanza caldo? Hai le tue sigarette preferite? Allora ascolta quello che ho da dirti, e giura che non ne farai parola con nessuno».
Su James Bond, ormai, si direbbe calato il sipario: non è più neanche l’ombra dell’agente «duro e audace» – il migliore fra quelli al servizio di Sua Maestà – al centro di tanti romanzi. L’assassinio di Tracy – per mano del capo della spectre, Ernst Stavro Blofeld – poche ore dopo il loro matrimonio lo ha reso fragile, incapace di portare a termine perfino il più semplice degli incarichi. Quella che M gli prospetta ha dunque tutta l’aria di un’ultima chance: una «missione impossibile» nella terra del Sol Levante da cui dipendono tanto le sorti della Guerra Fredda quanto il suo futuro di spia. Spogliato per la prima volta del suo nome in codice – 007 –, per avere successo in quest’«operazione sul filo del rasoio» James Bond dovrà non solo calarsi in una cultura millenaria così estranea alla sua, ma appropriarsene fino a «mutare pelle»; e dovrà essere pronto, per ripagare l’on contratto con Tigre Tanaka, capo dei servizi segreti nipponici, a fare quello che nessuno è stato finora in grado di fare: introdursi, ricorrendo alle arti segrete del ninjutsu, nel Castello della Morte e uccidere «il Drago» – il misterioso e diabolico dottor Shatterhand, che in un’antica fortezza sulla costa del Kyūshū ha allestito un terrificante giardino dei veleni, dove gente da tutto il Giappone accorre per darsi la morte. Ancora non sa, James Bond – di cui Fleming mette qui in luce come non mai umanità e debolezze –, che riuscire nell’impresa gli offrirà anche l’opportunità di placare la sua personale sete di vendetta.
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Libri Senza Gloria - blog pop nerd 27 maggio 2025L'ultimo Bond
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Davide 02 aprile 2025spettacolare
Si tratta del penultimo romanzo su James Bond scritto da Fleming ed è ambientato in Giappone. È interessante per tante ragioni. In primo luogo, l’ambientazione diviene per l’autore occasione per raccontare, per bocca dei personaggi, sugli usi, costumi e sul funzionamento della società nipponica che da sempre esercita un fascino agli occhi del mondo occidentale. Il tutto vien fatto in modo non pesante, ma dosando qua e là le notizie nei dialoghi a mo’ di curiosità a favore del lettore. Pur trattandosi di una storia di fantasia, attraverso l’amicizia creatasi tra Bond e Tanaka veniamo a sapere dell’aria che si respirava effettivamente nel mondo, quando esisteva la cosiddetta “cortina di ferro”. In filigrana si possono cogliere attraverso Bond anche le idee e la visione che aveva Fleming sullo stato delle cose come uomo britannico vissuto negli anni ’60, a vent’anni di distanza dalla II guerra mondiale. Ovviamente come in tutte le spy stories di questo autore non mancano tutti gli ingredienti tipici del caso: suspence, azione, intrigo, luoghi esotici, una storia sentimentale con una “bond girl” non stucchevole, umorismo e un finale che spinge il lettore a leggere il successivo libro della serie. Che dire d’altro? è una lettura che ho molto apprezzato e che consiglio.
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