Era il 1967 e Guy Debord aveva già capito tutto. Il filosofo francese noto grazie alle correnti del Letterismo e del Situazionismo da lui fondate, delinea ne La società dello spettacolo un mondo dominato dalla spettacolarizzazione di ogni cosa. Debord aveva preconizzato la mediatizzazione e la virtualizzazione di ogni cosa, e il suo pensiero ha avuto larghi strascichi sull'arte e sul cinema fin dagli anni sessanta. E' un testo per certi versi vicino ad Apocalittici ed Integrati e a Homo Videns di Giovanni Sartori, ma che supera ogni altra trattazione per il suo rigore intellettuale. Muovendo da Marx, Debord traccia la storia dell'alienazione, che un tempo era esclusivamente quella dei rapporti sociali mediati dal capitale e oggi è ad un passo successivo, è frutto cioè di una fondamentale separazione tra la realtà e la sua rappresentazione. La politica, la società e persino l'arte sono vittima dello spettacolo, un rapporto sociale veicolato dalle immagini. Dopo Il Capitale di Marx è forse il testo fondamentale della cultura politica occidentale.
La società dello spettacolo-Commentari sulla società dello spettacolo
Guy Debord con questo libro scritto nel 1967, agli albori dell'era televisiva, ha intuito con lucidità agghiacciante che il mondo reale si sarebbe trasformato in immagini, che lo spettacolo sarebbe diventato "la principale produzione della società attuale". Siamo entrati nell'epoca dello "spettacolo integrato": è la fine della storia, "il crimine perfetto", scrivono Carlo Freccero e Daniela Strumia nella prefazione, che "ha soppresso la realtà". Non si può comprendere la logica e la strategia dei mass media senza fare riferimento alle tesi rivoluzionari de Debord.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GIANLUCA PERRINO 09 marzo 2017
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Mara Giurgola 20 luglio 2016
Libro molto interessante in cui si parla dello spettacolo come un rapporto sociale mediato da immagini che prova a commettere il "crimine perfetto" attraverso la privazione della costanza critica e la schiavizzazione delle masse in consumatori telecomandati.
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