La caduta del regime di Ceausescu è stata positiva per il popolo rumeno? La situazione economica e sociale dei cittadini è migliorata rispetto ai tempi del comunismo? Questi gli interrogativi alla base del romanzo di Dan Lungu Sono una vecchia comunista, che avrebbero potuto rappresentare lo spunto per un saggio di argomento politico, ma fin dal titolo è invece evidente come tali problematiche vengano affrontate con leggerezza ed ironia, descrivendo i punti di vista dei vari personaggi senza prese di posizione ideologiche. Appare così comprensibile la nostalgia di Emilia, la protagonista, per i tempi in cui lavorava in fabbrica, per i compagni di lavoro, per la vita modesta ma dignitosa, mentre non meno condivisibile è l'entusiasmo della figlia Alice, che vive in Canada, dove si è sposata ed ormai abituata allo stile di vita occidentale.
Sono una vecchia comunista
Com'è possibile nella Romania di oggi che così tante persone, uomini e donne vissuti sotto un regime totalitario e disumano, possano sentire nostalgia per i tempi che furono? Servendosi dell'intermediazione di una vecchia signora che racconta la propria vita in prima persona, Dan Lungu cerca di decostruire il meccanismo della nostalgia e di risolvere questo enigma psicologico. Emilia Apostoae, che ha vissuto gran parte della vita sotto il "regime del popolo", riceve un giorno la telefonata della figlia Alice (immigrata in Canada) che, in occasione delle imminenti elezioni politiche, esorta la madre a non votare per gli ex comunisti. La telefonata fa precipitare la donna in una grave crisi di identità, dalla quale cercherà di salvarsi rimembrando il passato. Sarà proprio questo tuffo nei ricordi a portarla a mettere in discussione una delle poche sicurezze della sua vita, quella cioè che ai tempi di Ceausescu si vivesse meglio.
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Anno edizione:2009
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In commercio dal:11 giugno 2009
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VALERIA POMPA 31 marzo 2012
La scrittura di Lungu risulta molto scorrevole. A tratti divertente, in perfetto stile umoristico romeno, a tratti riflessiva. Il lettore con questo libro ha la possibilità di capire un pochino di più la cultura di quel popolo che, purtroppo, in Italia viene accostato principalmente ai fatti di cronaca. E si "scopre" che, in fin dei conti, proprio così diversi da noi italiani, non lo sono affatto questi romeni. I pensieri e le riflessioni di Emilia, in fondo sono universali. Chiunque parlando con qualche vecchio vissuto al tempo del fascismo, sentirebbe rievocare con nostalgia quegli anni. E' la voce di una persona che si ritrova spaesata: il presente è incerto e il passato diventa automaticamente un tempo sicuro in cui cullare la propria nostalgia. Alla mente solo ricordi ricchi di risate e spensieratezza nonostante ci sia un sottofondo di consapevolezza: "[...] tutto sommato ero felice della vita che conducevo. Dico tutto sommato perchè, certo, anch'io avevo i miei dispiaceri. Sono più contenta adesso della vita di allora di quanto non lo fossi sul momento". E' un ottimo affresco di come si vive nelle campagne e nelle città di un paese ancora profondamente arretrato. Io lo consiglio. Vi assicuro che rivaluterete questo popolo, e vi renderete conto che i romeni sono anche molto autoironici.
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