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Anno edizione: 2022
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Nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Una volta penetrato in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti, il lettore vi rimarrà invischiato, e non potrà che andare avanti, tra fascinazione e orrore.
«Ogni famiglia ha uno scheletro nell'armadio» scrive Simenon in epigrafe a questo romanzo. Nel caso della famiglia in questione lo scheletro è un segreto che lega da anni due sorelle. Un segreto che, rimosso e purulento, non può che trasudare odio. Tant'è: il collante che tiene uniti, nella solida dimora borghese di Bayeux, le figlie del notaio Lacroix, il marito di una di loro e i rispettivi figli è unicamente l'odio, un odio così spesso e pesante che sembra di poterlo toccare, un odio che si esprime attraverso sguardi, ammiccamenti, bisbigli – ed esplode non di rado in violente scenate. Ma l'odio suscita anche desideri di vendetta, e nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Una volta penetrato in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti, il lettore vi rimarrà invischiato, e non potrà che andare avanti, tra fascinazione e orrore.
COME COMINCIA
«... piena di grazia, il Signore è con te... piena di grazia, il Signore è con te...».
Le parole non avevano più senso, non erano più parole. Geneviève non sapeva neanche se le sue labbra si muovevano ancora, se la sua voce andava a unirsi al sordo mormorio che si levava dagli angoli più bui della chiesa.
Certe sillabe, cariche di significati nascosti, sembravano ripetersi più spesso delle altre.
«... piena di grazia... piena di grazia...».
E anche la triste conclusione delle Ave Maria:
«... noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen».
Quando era piccola e sentiva recitare il rosario ad alta voce, quelle parole che tornavano ogni volta identiche dopo un po' le facevano l'effetto di un incantesimo, e le capitava perfino di scoppiare a piangere.
«... adesso e nell'ora... nell'ora...».
A quel punto, guardando la Madonna con gli occhi pieni di lacrime, esclamava:
«Fa' che sia io a morire per prima!... O che moriamo tutti insieme, mia madre, mio padre, Jacques...».
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Strana famiglia quella delle sorelle Lacroix: Matilde, sposata con un pittore vanesio che sta pressoché tutto il giorno rintanato nel suo atelier, con due figli, Jacques insofferente della vita monotona che caratterizza la casa, e Genevieve, una mistica che si è messa in testa di morire al compimento del diciottesimo anno; Leopoldine, coniugata con un tubercolotico che non c’è mai, perché sta sempre in Svizzera a curarsi, e la figlia Sophie, poco presente, quasi una figura di contorno. Ciò che caratterizza però queste persone è l’odio insanabile fra le due sorelle, che ha un origine ben precisa e che verrà svelata nel corso della narrazione (e non sarò di certo io a parlarne per non togliere ai lettori il piacere della scoperta). In realtà quella è una famiglia in cui l’odio è il motore per poter continuare a vivere, per consentire un permanente stato di tensione che è quasi una droga per le due sorelle. La vicenda è semplice nel complesso e c’è anche una tendenza a colorarla di giallo, senza che necessariamente vi sia un morto ammazzato. Simenon, come sua caratteristica, fornisce un quadro di una famiglia borghese, in cui accanto all’odio è presente uno squallore che turba chi legge, anche perché la caratterizzazione dei personaggi e la fine analisi psicologica sono ai massimi livelli. Le sorelle Lacroix sono delle figure, in negativo, difficilmente dimenticabili, un colpo da maestro del romanziere belga, verso le quali tuttavia mostra un atteggiamento di pietà, perché sono due esseri che per vivere hanno bisogno di odiarsi. Da leggere, senza dubbio.
Un libro su come l’odio verso qualcuno deve esistere sempre. Senza odio non si vive fino a che questo sentimento diventa l’essenza stessa della vita di queste sorelle. Una apocalisse dei rapporti umani
Sono rimasta delusa dalla storia in sè, aspettavo un qualcosa che non è mai arrivato. Bella l’atmosfera, ma ad una certa diventa noiosa, monotona e ripetitiva. Peccato perchè aveva del potenziale
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