Storia avvincente d'altri tempi, English style. Ovviamente lo è anche lo humor. Consigliato.
Topkapi
"Avevo bisogno di soldi, e quel tizio pareva averne ... Come diavolo facevo a sapere che genere di persona era Harper?". Arthur Abdel Simpson è un apolide egiziano che si professa inglese, un volgare ladruncolo che vive di espedienti, circuisce i turisti che arrivano ad Atene e ruba i traveller's cheque dalle loro camere d'albergo. Ma Harper, l'uomo adescato appena fuori dall'aeroporto - uno che parlava "da americano" -, non è affatto quello che sembra, e lo coglie in flagrante. Arthur, temendo la polizia greca, accetta da lui quello che appare come un facile incarico, mettendosi subito nei guai alla frontiera. In stato d'arresto, gli rimane un'unica possibilità di salvezza: collaborare suo malgrado con il controspionaggio turco, infiltrandosi in quella che sembra una pericolosa banda di sovversivi. Nel meraviglioso scenario del Bosforo, Ambler intesse una trama, nella quale il gioco di ricatti e colpi di scena si sovrappone a una galleria di memorabili ritratti; tra i quali, vivido e sferzante, spicca quello del protagonista, con la sua misera esistenza messa alla berlina, il profondo disincanto verso il mondo, la caccia ostinata al più sordido tornaconto. Perché in fondo, per Arthur Abdel Simpson, "anche una briciola è meglio di niente".
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mimmo 09 febbraio 2025Viaggio nel passato
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Francesca 04 gennaio 2025Giallo hard-boiled e spy story di altri tempi ambientata fra la Grecia e la Turchia
Dopo aver letto "Il treno per Istanbul" di Graham Greene cercavo un giallo ambientato in Turchia. Questo libro mi aveva incuriosito perché ne avevano tratto un film negli anni '60. Non ho visto il film...ma il libro valeva decisamente la pena! Chi legge molti gialli magari non si stupirá troppo perché tante serie TV di adesso prendono a mani basse molte idee senza dichiararlo esplicitamente, quindi é difficile non avere la sensazione del deja-vu anche quando ci sono dei colpi di scena (vedi il finale dei "I diabolici"di Boileau-Narcejac ormai dato per scontato). Il lettore di gialli moderno si deve chiedere: mi piace il ritmo del libro anche se é facile prevedere lo sviluppo? Riesco a catapultarmi in quei luoghi e in quel tempo? Secondo me, Topkapi riesce a trasportarci nel dopoguerra e ad intrattenerci tanto da non farci controllare il cellulare ogni 15 minuti.
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