Trilogia bellissima, dalle tematiche variegate e le ambientazioni caratteristiche. I primi due libri scorrono piuttosto velocemente e si percorre la biografia della scrittrice fino alla sua giovinezza. Nella terza parte si hanno tematiche più importanti e difficili da raccontare, ma l'autrice sceglie dimettersi a nudo grazie alla sua penna cruda. Consigliato
Trilogia di Copenaghen: Infanzia-Gioventù-Dipendenza
Oggi considerata un’antesignana di scrittrici quali Annie Ernaux e Joan Didion, Tove Ditlevsen come loro è riuscita a rendere la sua vita un’opera d’arte, trasformando il personale in universale e rivelandoci sempre qualcosa di noi mentre, con una chiarezza e una sincerità cristalline, racconta di sé.
«I tre volumi della “Trilogia di Copenaghen” formano un tipo particolare di capolavoro, il tipo che arriva a riempire un vuoto. È un po’ come scoprire che Lila e Lenù, le eroine di Elena Ferrante, sono reali». - The New York Times Book Review
La piccola Tove vive con i genitori e il fratello in un quartiere operaio di Copenaghen; non desidera altro che scrivere poesie, ma il padre è convinto che le donne non possano essere scrittrici. È in questa fase che germoglia in lei la sensazione di trovarsi fuori posto che l’accompagnerà per tutta la vita. Abbandonata la scuola molto presto, a quattordici anni Tove compie i primi passi nel mondo del lavoro e assaggia finalmente un’agognata libertà, che porta con sé nuove amicizie e i primi maldestri incontri con gli uomini. Ma lei ha fame di poesia, di amore, di vita vera. E la vita vera comincia: a vent’anni Tove è già una poetessa conosciuta, sta scrivendo il suo primo romanzo ed è la moglie di un editore più grande di lei. Non ha idea di quante battaglie ancora l’aspettino. Tove Ditlevsen, tra le voci più importanti della letteratura danese del ventesimo secolo, in quest’opera autobiografica racconta la storia di una vita tormentata, costantemente segnata dalla tensione tra la vocazione di scrittrice e il suo ruolo di figlia, moglie e madre. Impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze da lei abitate negli anni, lasciandoci pagine indimenticabili, destinate a restare. Prefazione di Claudia Durastanti
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Anna Di Pietro 01 gennaio 2025bellissimo
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Marina 01 gennaio 2025Bello!!!
Una trilogia scritta con uno stile piano e apparentemente semplice, nessuna innovazione stilistica , ma il contenuto porta assai lontano dai modelli tipici della autobiografia Estremamente interessante la parabola della vita della protagonista da ragazzina inconsapevole del mondo a donna schiava di una dipendenza implacabile. Veramente interessante e ricco di stimoli
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vasos 28 dicembre 2024bel libro
La storia di un riscatto sociale che finisce per attorcigliarsi su se stesso. Tove nasce a Copenaghen da una famiglia povera, è costretta a lasciare gli studi e a lavorare fin da molto giovane. Si appassiona comunque alla scrittura, e con ostinazione e costanza riesce a farne il proprio mestiere, allontanandosi in qualche modo dalla working class in cui è cresciuta. Eppure quest'evasione diventa presto un girare in tondo, un cercare amore in luoghi dubbi, e infine una caduta a ruota libera nella dipendenza. Sullo sfondo imperversa la seconda guerra mondiale, ma sembra quasi un rumore lontano in un racconto ovattato, tutto focalizzato sull'interiorità. Tove Ditlevsen è stata accostata a Annie Ernaux e Elena Ferrante, e ci sono senza dubbio molti punti in comune, ma a me diversi aspetti hanno ricordato Sylvia Plath: la personalità particolare, che traballa da un punto a un altro senza riuscire a "stabilizzarsi"; il lirismo che fa capolino anche dalla prosa; e soprattutto una certa brutalità nel trattare temi forti. Nell'ultima parte Ditlevsen racconta esperienze difficili o controverse con lucidità, senza troppi filtri e senza glissare sui propri comportamenti e pensieri più problematici - anche rischiando di mettersi in cattiva luce.
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