Seguo l'autrice sui social, adoro la sua penna e sono contenta di averla trovata anche nel romanzo. Manifesto della generazione millennials, con le sue insicurezze e contraddizioni. Sotto la superficie della storia di Martina, si delinea un livello più profondo in grado di fare riflettere e immedesimarsi. Scorrevole, forse alcune frasi troppo banali, ma nel complesso vale la pena leggerlo.
Tutto nella norma
Ognuno prima o poi diventa l'eroe della propria personalissima storia.
Ogni sera, Martina apre il suo quaderno a quadretti e decide se colorare una casella in base a com'è andata la giornata. Se la lascia bianca è stata una buona giornata, se è nera il suo opposto. Nessuna via di mezzo. Lei è fatta così. Per ora il bilancio è piuttosto negativo: ha trentaquattro anni e un lavoro che non la gratifica, non riesce ad avere un bambino e il suo compagno non vuole né sposarsi né acquistare una casa. Martina sa che le case non sono solo muri, ma fotografie di varie fasi della vita. C'è la casa dell'infanzia, che ci offre protezione; la casa in cui per la prima volta abbiamo vissuto da soli o in condivisione, sinonimo di libertà e di precarietà. Poi c'è la casa definitiva, quella per cui si accende un mutuo che ci accompagnerà per il resto dei nostri giorni. È un passo importante: vuol dire crescere davvero e uscire dal limbo degli «adulti a metà». Martina vorrebbe non esserlo più, e invece ci si sente ancora tanto. Quando i suoi genitori mettono in vendita la casa in cui è stata bambina e l'invito al matrimonio di una vecchia amica riapre una porta sul suo passato, Martina vede crollare tutte le certezze. All'improvviso, oltre al bianco e al nero, esplodono i mille colori dell'arcobaleno e quelli che sembravano obiettivi essenziali perdono di significato. Martina scopre che, nel diventare adulti, si procede a tentoni, si commettono errori, ci si allontana dall'orizzonte e a volte lo si cambia proprio. Per questo, è importante godersi il viaggio più che concentrarsi solo sulla meta, sentirsi a casa più che scegliere in che casa abitare.
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Edizione:2
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sharon3 05 marzo 2024Esordio niente male
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Artemisia82 02 aprile 2023Un libro sorprendente
Ogni sera, Martina apre il suo quaderno a quadretti e decide se colorare una casella in base a com'è andata la giornata. Se la lascia bianca è stata una buona giornata, se è nera il suo opposto. Martina ha trentaquattro anni, un lavoro che non la soddisfa, in cerca di un figlio che non arriva e una casa in affitto che non sente sua. Vorrebbe che la sua vita assomigli di più a quelle dei suoi coetanei in bella mostra sui social. La vendita della casa d’infanzia da parte dei genitori e un matrimonio in puglia, la porteranno ad una crisi. Tutto questo le permetterà di rivalutare le sue scelte, la sua vita e soprattutto di assaporare in modo diverso tutta la sua quotidianità, non più catalogata in quadratini bianchi e neri. Ho letto questo libro in una giornata; credo che sia i trentenni che i quarantenni si possano riconoscere nella protagonista, una generazione che cerca di seguire le orme dei propri genitori ma, che invece si trova in un mondo che non gli permette di raggiungere gli stessi obbiettivi con facilità. Alcune frasi di questo romanzo mi hanno emozionata, soprattutto perché mi sono riconosciuta in esse completamente. Ho adorato che l’autrice sia riuscita a dare voce a pensieri, paure e aspettative di una generazione di cui faccio parte. Un libro d’esordio ben riuscito che mi fa sperare in un secondo romanzo di Gaia altrettanto piacevole.
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Mariachiaramarusja 30 marzo 2023Siamo tutti Martina
Seguo su Instagram l'autrice di questo romanzo da diverso tempo e trovo la sua scrittura arguta e brillante. Ecco perché aspettavo con ansia di leggere questo libro. È proprio come me l'aspettavo, il che non lo rende scontato ma assolutamente delizioso. Gaia ha creato una community che si riconosce perfettamente nella sua narrazione: noi Millennials, siamo tutti Martina.
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