Queste pagine contengono il primo tentativo di ragionamento di tipo storico-politico sull'eccidio di milioni di ebrei in Ucraina da parte di Grossmann. Un ragionamento storico-politico che diventa letteratura nel momento stesso in cui l'autore si rende conto che è impossibile farlo: "Non ha senso né è possibile fare l'elenco dei luoghi in cui nell'autunno del 1941 e nell'estate del 1942 gli ebrei sono stati uccisi in massa. Li hanno uccisi ovunque, in ogni città grande o piccola, in ogni shtetl. Si dovrà dire, però, che se in una cittadina c'erano cento ebrei, furono giustiziati tutti e cento: non uno di meno, mai, da nessuna parte; e che se in una città più grande gli ebrei erano cinquantacinquemila, tutti e cinquantacinquemila - non uno di meno - furono giustiziati. Si dovrà dire che le esecuzioni avvenivano sulla base di liste stilate con scrupolo e cura, liste che non hanno risparmiato né i vecchi centenari né i neonati, liste di morte in cui sono finiti tutti gli ebrei ancora in Ucraina all'arrivo dei tedeschi, fino all'ultimo. E si dovrà dire che l'eccidio di un popolo è stato compiuto con un rigore ineccepibile, seguendo istruzioni ferree e articolate che contemplavano anche i casi particolari".
Ucraina senza ebrei
Dall’autore di Stalingrado e di Vita e destino, un’immagine nitida e sconvolgente dello sterminio degli ebrei in Unione Sovietica, a guerra ancora in corso.
«Le milioni di vittime ebraiche che giacciono nella terra ucraina non potranno ritornare in vita, ma Grossman vuole fare in modo che il rumore del loro silenzio continui a farsi sentire.» - Marta Oberto
Quando nel 1943, dopo due anni di occupazione tedesca, Vasilij Grossman entra al seguito dell’Armata Rossa nei territori liberati dell’Ucraina orientale, a colpirlo non sono tanto la distruzione e la sofferenza che la furia nazista si è lasciata alle spalle, ma « la pace e il silenzio della morte » che regnano ovunque. Soprattutto, è il silenzio – « più spaventoso delle lacrime e delle maledizioni ... più spaventoso dei gemiti e dei lamenti laceranti » – di un intero popolo, massacrato con una sistematicità tale che in molte città, in molti villaggi non un solo ebreo è ancora in vita: « Dov’è il popolo ebraico? ... Dove sono i milioni di persone che tre anni fa lavoravano e vivevano su questa terra in pacifica amicizia con gli ucraini?». Ben prima di trovarsi dinanzi all’« inferno di Treblinka » e che i crimini nazisti siano svelati al mondo in tutta la loro efferatezza, Grossman, con l’usuale, sorprendente lucidità, con la sua prosa acuminata e cristallina, non si accontenta di rispondere a questa domanda, ma scandaglia le cause di quello che ai suoi occhi già si delinea come « il crimine più grande mai commesso nella storia ».
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mario V 05 marzo 2025Ucraina senza ebrei
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Giuliettarube 28 febbraio 2024Ucraina senza ebrei 74 pagine copertina flessibile Adelphi
Libro da leggere e rileggere
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GiuliaCristina 13 settembre 2023Una certezza
È solo il secondo piccolo libro che leggo di Vasilij Grossman e già all'inizio sapevo cosa aspettarmi in quanto a qualità. L'unico, fino ad ora, che è riuscito a farmi vivere il vero orrore della guerra attraverso le sue parole e il suo modo di descrivere momenti ed emozioni in un modo estremamente diretto, senza troppo girarci attorno. Qui troviamo più delle riflessioni e degli interrogativi, sta a noi decidere se si è o meno d'accordo.
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