L' ultimo giorno di giugno

In una giornata di giugno, all’apparenza uguale alle altre, all’interno di un tribunale un gruppo armato entra facendo fuoco sui presenti e costringendo alcune persone – tra cui la protagonista/narratrice del libro – a trovare riparo in una stanza. Mentre il tempo scorre, impregnato di paura e di dubbi, i presenti nella stanza fanno i conti con i propri problemi personali, analizzando la loro vita e talvolta risolvendo qualche domanda rimasta in sospeso da tempo. La storia di per sé è interessante, ma molto breve e condita da periodi un tantino troppo filosofici (dovuti anche alla narrazione in prima persona che inserisce molti pensieri e considerazioni personali) che diluiscono un po’ troppo la storia centrale. Alcune situazioni avrebbero meritato decisamente più spazio; lo stile dell’autrice è semplice, a tratti ironico/cinico, adatto certamente alla storia. Nel complesso è un giallo interessante e diverso.

L’idea non è male, perché racconta di alcune persone che si trovano bloccate in una stanza e in pericolo di vita: in questo stretto spazio, la situazione li costringe a riflettere sulle proprie vite e su quelle degli altri componenti del gruppo. Lo stile è interessante e coinvolgente, anche grazie alla narrazione in prima persona della protagonista, una giovane ragazza che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato; le descrizioni e le riflessioni sono curate e verosimili; il finale non è scontato. Il libro è decisamente corto e per questo, come giudizio, non posso andare oltre il discreto.