Uno dei pochi libri la cui trama non è riuscita a coinvolgermi ed appassionarmi.
Uomini nudi
Irene è una quarantenne, proprietaria di un'impresa ereditata dal padre che dirige con impegno e soddisfazione. Improvvisamente lasciata dal marito, l'unica sua reazione è quella di licenziarlo dall'azienda di famiglia, consapevole che il loro legame era stato sin dall'inizio non d'amore ma di convenienza. Lei per adeguarsi alle convenzioni di fronte all'élite sociale che frequenta, lui per avere un lavoro. Javier è un professore di letteratura con poche ore di lezione in una scuola di suore. Licenziato per i tagli dovuti alla crisi, perde il piccolo stipendio che gli permetteva di vivere una vita normale, con l'aiuto della compagna Sandra che lavora a tempo pieno. Per Javier la disoccupazione comporta un cambiamento perentorio: dopo l'iniziale ricerca di un nuovo impiego, l'uomo sembra cadere in depressione, mettendo in difficoltà il suo rapporto sentimentale. Accanto a Irene e Javier ci sono Ivan, nome da Zar, sensibilità da bassifondi e humour brutale, e Genoveva, cinquantenne principessa della diversione, "donna senza legami". A poco a poco le vite dei personaggi, la moglie abbandonata e il professore destituito, la single anticonformista e il duro di periferia, entrano in contatto e in progressiva, irresistibile collisione. A far da tramite c'è il mondo degli strip-tease al maschile, messa in scena appariscente e provocante per un pubblico di sole donne, e la possibilità di un lavoro, di una strana professione, mai considerata prima.
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Pamela 21 febbraio 2024Mi aspettavo di più
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teresa_ch 03 ottobre 2023Lettura "asciutta" e veloce
È un romanzo sul presente che stiamo vivendo: un professore giovane perde il lavoro a causa della crisi economica e finisce ad esibirsi in strip club. Una donna assegna la precedenza alla carriera professionale rispetto a qualsiasi altra scelta. Questo uomo e questa donna entrano in contatto con conseguenze imprevedibili. Un romanzo asciutto e veloce, è geniale il fondersi dei pensieri e dei ragionamenti dei personaggi, tutti in prima persona. Sono sofferte le diverse esperienze, che si mescolano e si sovrappongono in un ordinato intreccio narrativo. Grandiosa, come sempre la Bartlett.
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La scrittrice spagnola, che ci aveva deliziato con le indagini di Petra Delicado e del suo fido scudiero Firmin Garzon, si è voluta cimentare con una storia che ha parecchi pregi: uno fra tutti, ha soltanto quattro protagonisti: Irene, signora dell'alta borghesia madrilena insoddisfatta della vita che ha condotto finora, Javier professore licenziato per la crisi dall'istituto in cui insegnava, Iván simpatico mascalzone che ha il segreto cruccio di una madre ricoverata in una struttura psichiatrica ed infine Genoveva un'ultracinquantenne che non vuole arrendersi. Altri personaggi (David, Rodolfo e Uriel) sono di puro contorno. Il secondo pregio è l'impostazione stessa della storia, tutta declinata in prima persona. Un solo grande difetto: manca il lieto fine (che non è detto debba esserci per forza). Ma non voglio svelare il finale per non guastare il piacere della lettura a chi - e spero molti - si accosterà al libro. Una frase che mi ha colpito: "i silenzi sono pieni di quello che non si dice".
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