Prima di Menkell e di Stieg Larson, il giallo procedurale ed introspettivo scandinavo è diventato "genere" grazie alla coppia Sjowall Wahloo , marito e moglie nella vita. I due scrissero, a cavallo degli anni 60/70 la serie di 10 romanzi aventi per protagonista il commissario Martin Beck e la sua squadra (serie che si interruppe per la morte di Wahloo). i volumi sinora pubblicati (grazie all'interessamento di Camilleri che apprezza il duo svedese) sono accomunati dal sottotitolo "romanzo su un crimine" e da una crescente critica sociale verso la società svedese. la vena polemica si intensifica progressivamente negli anni e, come nel caso de L'uomo sul Tetto, l'omicidio iniziale di un alto papavero della polizia diviene il pretesto per analizzare il corrotto e spesso brutale corpo dei tutori dell'ordine. a differenza dei precedenti romanzi, oltre all'analisi introspettiva dei personaggi , in questo testo viene data maggior risalto all'azione e questo particolare può lasciare sgomenti i fedeli appassionati di Martin Beck. la tensione morale, la denucia delle disuguaglianze, sono elementi che caratterizzano ancora oggi i più celebrati autori svedesi.
L' uomo sul tetto
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Una delle caratteristiche del ciclo di Martin Beck, con cui gli scandinavi Maj Sjöwall e Per Wahlöö hanno iniziato il poliziesco procedurale, è che gli attori di questa commedia umana in chiave criminale invecchiano in tempo reale. Per esempio, in questo romanzo, la figlia del commissario, che abbiamo conosciuto bambina alcuni romanzi prima, adesso, è una giovane capace di dare influenti consigli al padre. E questo uno degli effetti con cui gli autori intendevano conferire più oggettività alla loro creazione, per uno scopo dichiarato: "Molte persone forse credono che i nostri libri siano dei cosiddetti gialli. Quello a cui in realtà stiamo lavorando è una seria indagine sociologica sulle relazioni dei poliziotti con i loro compagni di società. E lo facciamo insieme perché la materia è tanto vasta e perché non possiamo produrre uno studio corretto se non lo affrontiamo da diversi punti di vista. In questo caso quello dell'uomo e della donna". Eppure a leggere oggi questi "romanzi su un crimine" (così il sottotitolo ricorrente), un senso di pessimismo domina sulla sociologia, un profondo scetticismo sulle ragioni del cosiddetto "ordine pubblico".
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Anno edizione:2010
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DEBORA COPPETTI 26 settembre 2010
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