Ottimamente prefazionato da Martina Testa - la quale assolve all'arduo compito di spiegare i lati citazionistici e il retaggio letterario, oltre a dare una chiave di lettura in termini di Metafiction - Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso è la lunga storia di un viaggio in auto fra le pianure e i campi di granoturco dell'Illinois di sei improbabili personaggi verso una Casa Stregata alla quale forse non arriveranno mai. Wallace, sempre con la sua ironia feroce, ci restituisce ancora il ritratto di un'America, che forse qui più di altre volte potrebbe essere fatta riferire al mondo intero; desolatamente vuota, nella quale predominano la soggettività e il consumismo più verace. Ma forse più che di consumismo si tratta proprio di una vuotezza, di mancanza di appigli e reali forme di comprensione reciproca, che si scorgono nei dialoghi dei sei. Un mondo nel quale la comunicazione è tutto; e non è quindi un caso se all'interno il tema della pubblicità racchiude una parte importante se non vitale del racconto: la televisione, con i suoi must, è la regina incontrastata della scena; e con lei i pubblicitari che assumono qui una fisionomia, senza mezzi termini, divoratrice: «[...] poi metti in azione il tuo braccio creativo, e a forza di martellate conficca un grosso cuneo bagnato, il più robusto possibile, in tutto ciò che è aperto all'interpretazione.» Un lettura a tratti surreale, con le continue divagazioni tipiche di Wallace e della letteratura postmoderna, ma incredibilmente cruda e vera: una meta fantascientifica, una riunione tanto grande quanto effimera, sei volti senza nulla in comune. Una convivenza forzata che somiglia tanto ad una solitudine. Ma in fin dei conti «[...] essere speciali non è molto lontano dall'essere Soli.»
Verso Occidente l'Impero dirige il suo corso
Una critica serrata alle insidie della cultura mediatica e dell'arte pubblicitaria, e alle degenerazioni della letteratura postmoderna. Un un libro visionario, impegnato, surreale, complesso ed esilarante.
Questa è la storia di sei personaggi in viaggio verso un luogo dove forse non arriveranno mai; è la storia di una poetessa ambiziosa che compone versi fatti tutti di consonanti, di un Ronald McDonald che si fa le canne, di un grande pubblicitario che spaccia rose fritte, di un gigantesco contadino che fa l'autostop in mezzo ai campi dell'Illinois e di un giovane arciere che possiede una freccia incantata. È il ritratto brillante e desolato di un'epoca in cui convivono opulenza e spossatezza, economie di scala e ossessioni solipsistiche. È una critica serrata alle insidie della cultura mediatica e dell'arte pubblicitaria, e alle degenerazioni della letteratura postmoderna. È un tour de force linguistico di cui solo il talento di David Foster Wallace poteva essere capace. È un libro visionario, impegnato, surreale, complesso ed esilarante. È un libro come non ne avete mai letti.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:3
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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DANIELE CARPI 14 dicembre 2010
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